In cabina

La cabina telefonica è, in molti  film di genere (il poliziesco, il thriller, il giallo), la postazione anonima da cui partono telefonate minacciose, ricattatorie, brevi e contraffate, probabile garanzia di impunità per il latore del messaggio. Oppure è il luogo dove tenere sotto controllo chi riceve il messaggio e che, minacciato o ricattato, è impossibilitato a invocare la protezione della polizia e non può contare sull’intercettazione della telefonata per scoprire chi lo perseguita. La vittima e/o l’eroe è solo: la cabina telefonica, posta all’aperto, lungo una strada, è un ottimo espediente narrativo per rimarcare la condizione in cui il protagonista, apparentemente in mezzo alla gente ma concretamente separato da tutti, si trova a giocare il proprio destino sospeso tra la vita e la morte.


 

“Ti sbatterò da un capo all’altro della città per assicurarmi che sei solo (…). Ti lascerò un margine di tempo per spostarti da una cabina telefonica all’altra. Faccio suonare quattro volte. Se non rispondi al quarto squillo attacco e buonanotte al secchio (…). Ti controllerò in ogni momento e tu non saprai quando e dove”. La prima chiamata è da una cabina sul molo di un  porto turistico, la seconda da una stazione del metrò, ultima è la cabina telefonica vicina al chiosco delle bibite dell’Acquatic Park. “Corri corri sbirro di merda!”. Il poliziotto così apostrofato è Harry Callaghan (Clint Eastwood) in Ispettore Callaghan il caso Scorpio è tuo (Dirty Harry, Usa 1971) di Don Siegel, primo film della serie che ha per protagonista l’intrepido ispettore affezionato alla sua 44 magnum. Nel film Callaghan è sulle tracce di un killer, che si fa chiamare Scorpio e che sequestra e uccide giovani donne. Nella scena in questione, della durata di oltre sette minuti, il poliziotto corre da una cabina all’altra, sotto tiro e sotto squillo, nel cuore della notte di San Francisco, portando una valigia gialla con i soldi del riscatto, nel tentativo di salvare la vita all’ennesima vittima del criminale.

 

In Die Hard - Duri a morire (John McTiernan, Usa 1995), che appartiene al filone dei film d’azione ad alto budget, viene usato lo stesso meccanismo narrativo, amplificando il significato della minaccia e velocizzando il ritmo della narrazione. Il protagonista (Bruce Willis) è obbligato a correre da una cabina telefonica all’altra, tra le strade e i marciapiedi di New York, per ricevere gli ultimatum di un misterioso terrorista. Una concitata metropoli fa da sfondo alla battaglia solitaria dell’eroe, determinato a battersi fino all’ultimo contro un nemico invisibile che lo spia a distanza e minaccia non solo la sua vita ma quella di milioni di persone, ignare del terribile pericolo che incombe su di loro.

 

Si svolge quasi interamente in uno spazio circoscritto, dentro e fuori una cabina telefonica, il film a basso (è stato girato in sole due settimane) e di discreto successo In linea con l'assassino (Usa, 2002), diretto da Joel Schumacher. A giocarsi la pelle in poche ore, nel centro di Manhattan, è Stu Shepard (Colin Farrell), di professione agente pubblicitario. Un cecchino maniaco e moralista lo tiene sotto tiro con il suo fucile a raggi infrarossi, comunicando con lui attraverso un telefono pubblico e minacciandolo di morte se non confesserà in pubblico i suoi peccati extraconiugali. Il malcapitato, solo nella cabina telefonica, non solo non può contare su aiuti esterni, ma si vede anche circondato dalla polizia che, all’oscuro di ciò che sta avvenendo e ritenendolo responsabile di un omicidio, lo circonda per catturarlo come fosse un pericoloso criminale.

 

Lontano da questi cliché narrativi è il ruolo della cabina telefonica nel film Local Hero (Bill Forsyth, Gran Bretagna 1983). Il protagonista, un giovane  americano (Peter Riegert) inviato sulle solitarie coste scozzesi da un magnate del petrolio texano (Burt Lancaster) al fine di impiantarvi una moderna raffineria, non riesce a portare a termine la missione, incantato dalla bellezza di un paesaggio che sarebbe colpevole deturpare. La cabina telefonica, unico e obbligato collegamento con l’azienda e con il suo padrone, immersa nella purezza della natura e del cielo (sono i giorni dell’aurora boreale), assurge a simbolo della contiguità tra due mondi lontanissimi (l’inviato è obbligato a comunicare regolarmente in Texas, con una telefonata, lo stato di avanzamento della sua missione), ma anche, al contrario, di una rassicurante distanza, in chiave ecologista, dalla compagnia petrolifera e dalle sue mire minacciose contro l’integrità dell’ambiente naturale. Il suo isolamento esalta il paesaggio rurale che la circonda, ancora al riparo dalle aggressioni dell’industrializzazione.