Dalle origini agli anni Venti

Nei suoi primi anni di vita, il telefono, che fece la sua comparsa in Italia nel 1881, fu visto come un nuovo mezzo che permetteva comunicazioni rapide per il mondo degli affari, del lavoro e della burocrazia pubblica. Produttori, operatori del servizio e utenti condividevano questa opinione. L’idea che il telefono fosse un mezzo per intrattenere relazioni amicali e affettive era una bizzarria, nell’immaginario relegata a donne ricche e disordinate.
Nella vita quotidiana, oltre all’ambito lavorativo, potere avere la disponibilità di un telefono domestico era privilegio di una ristrettissima élite urbana, soprattutto per via degli elevati costi del servizio e per le carenze della rete (causa anche di infinite proteste contro il malfunzionamento del servizio).


Fragili strutture tecniche, bassi livelli di standardizzazione in un mercato in cui erano presenti diverse decine di operatori, incertezze legislative e mancanza di unità di indirizzo da parte dell’amministrazione statale, erano tutte cause che concorrevano a renderne difficile l’utilizzo da parte dell’utenza.
Si trattava di una tecnologia nuova, che poneva nuovi problemi, come quelli relativi alla sicurezza e segretezza della comunicazione, o alle corrette forme di galateo da mettere in campo.
Chi telefonava doveva apprendere un preciso protocollo: comporre correttamente il numero da chiamare, attendere la comunicazione della “signorina”, rispettare con pazienza i tempi di collegamento, riporre in modo corretto la cornetta per evitare di lasciare la linea occupata, ecc.
Il mezzo più usato per divulgare l’uso della nuova tecnologia fu quello degli elenchi telefonici che nell’avantielenco dedicavano diverse pagine alla spiegazione di come dovesse essere utilizzato il telefono.
Varie furono le sperimentazioni rispetto ai suoi usi. Emblematico al riguardo fu il dibattito che si sviluppò intorno alle sue prime applicazioni, alla sua originaria denominazione come "telegrafo parlante" e alle sovrapposizioni tra telefono e radio, ossia tra comunicazione di massa o interpersonale, con o senza fili. In ballo era l’interpretazione da dare al nuovo mezzo.