Il 5 dicembre 2014 il centro di Ricerca e Innovazione del gruppo Telecom Italia, nato da CSELT, festeggia il cinquantesimo anniversario dalla fondazione. E’ la storia di un’eccellenza italiana che ha svolto un ruolo non secondario anche nello scenario internazionale.
Qui si ripercorrono le sue origini, in una Torino che all’inizio degli anni Sessanta era il polo d’avanguardia nel campo delle telecomunicazioni e dell’elettronica. Nel 1960 era stato infatti inaugurata in città la nuova sede del Centro ricerche Rai e al Politecnico era stato attivato il pionieristico insegnamento di ingegneria elettronica. Non va poi dimenticato che già dagli anni Trenta era attivo l’Istituto elettrotecnico Galileo Ferraris, voluto dalla SIP, il colosso dell’industria elettrica all’origine sia della Rai che dello sviluppo della servizio telefonico in Italia. Infine, sempre a Torino, avevano sede sia la direzione STET, la finanziaria dell’Iri per il controllo dell’industria telefonica fondata nel 1933, sia la Stipel, la più importante concessionaria telefonica italiana per dimensioni e numero di abbonati.
Torino negli anni del boom economico non era dunque solo la città della Fiat.
Negli anni 2000
Nel Gennaio 2001 nasce Telecom Italia Lab SpA come fusione tra CSELT e BU Venture Capital. Nel Luglio 2003 Telecom Italia Lab SpA viene fusa per incorporazione in Telecom Italia.
La ricerca industriale in Italia e la nascita di CSELT
L’esigenza di far nascere un centro di ricerca avanzata nel campo delle telecomunicazioni risale alla metà degli anni Cinquanta, come si legge nel documento conservato tra le carte STET dal titolo Proposte per un centro studi e ricerche che porta la data del 10 dicembre 1955. L’Italia aveva ormai superato la difficile fase della ricostruzione e, grazie all’impiego di ingenti investimenti pubblici, poteva contare su più moderne e aggiornate infrastrutture di rete. In quegli anni, per le cinque società concessionarie telefoniche (STIPEL, TELVE, TIMO, TETI e SET) era viva l’esigenza di avere un punto di riferimento comune per tutte le problematiche di ordine tecnologico, soprattutto in ambito di commutazione giacché i sistemi e le tecnologie adottati erano differenti tra le diverse zone del servizio telefonico. In vista dell’obiettivo di pervenire nell’arco di un decennio all’unificazione di tutte le concessionarie in un unico operatore nazionale, obiettivo fortemente sostenuto da STET, era dunque necessario porre le premesse per il processo di standardizzazione.
L’idea del Centro di ricerca fu messa a punto dall’ingegnere Giovanni Oglietti, direttore generale STIPEL - la concessionaria che gestiva il servizio telefonico in Piemonte e Lombardia - e da Guglielmo Reiss Romoli, il grande manager pubblico protagonista della ricostruzione italiana, allora alla guida di STET che in quegli anni riuscì a ottenere il controllo dell’intero settore telefonico.
Costituito a Torino nel 1961 con il nome di CSEL-Centro Studi e Laboratori, con sede in via Avigliana 3, il centro di ricerca fu originariamente una struttura interna di STIPEL, il secondo avviato dal Gruppo IRI, dopo quello Rai. I positivi risultati del boom economico consentirono allora investimenti finalizzati all’obiettivo di ridurre il gap dell’Italia con l’estero nel campo dell’innovazione tecnologica.
Alla fine degli anni Cinquanta in Italia le spese per la ricerca avevano rappresentato solo lo 0,2% del Pil. Un dato veramente basso ancor più se paragonato al 3% degli Stati Uniti o anche allo 0,8% della Francia. Nel 1963 grazie agli sforzi dell’IRI, la media delle spese per ricerca di tutte le aziende pubbliche ammontava a circa lo 0,6% dei costi aziendali, una percentuale raggiunta in campo nazionale rispetto al Pil tre anni dopo, nel 1966.
Poco dopo la nascita dell’operatore unico SIP, il 29 ottobre 1964, il 5 dicembre di quello stesso anno dall’esperienza dello CSEL nacque la società per azioni CSELT (Centro Studi e Laboratori Telecomunicazioni), con capitale sociale interamente posseduto da STET. Con CSELT nasceva quindi l’attività di ricerca centrale di Gruppo STET all’interno del quale erano già presenti le attività di gestione del servizio (SIP, Italcable e Telespazio), quelle di produzione (Sit Siemens) e di installazione (Sirti). Il nuovo assetto societario di CSELT comportò un ampliamento di strutture e laboratori e l’adozione di apparecchiature all'avanguardia. Nel contempo fu avviata la progettazione di una nuova sede, sempre a Torino.