La formazione del personale è stata un'esigenza sempre molto avvertita sia dalle cinque società concessionarie, sin dall'inizio della loro attività nel 1925, sia successivamente dalla Sip.
Il problema fu affrontato in modo organico e su vasta scala a partire dai primi anni Cinquanta, quando le società telefoniche si contraddistinsero per la capacità di costruire un originale e articolato sistema di formazione.
La necessità era quella di porre un rimedio alle carenze dell'istruzione pubblica e di rispondere sia al bisogno di formazione specifica per i neoassunti sia a quello di un aggiornamento qualificato per chi era già dipendente.
Fra i numerosi indicatori che attestavano l'arretratezza socio-economica dell'Italia in quel periodo quello della bassissima scolarizzazione era fra i più preoccupanti. Ancora alla fine degli anni Cinquanta, alla vigilia del cosiddetto "boom", circa l'80% dei giovani con più di 14 anni, assolta o meno la scuola dell'obbligo, non frequentava nessun tipo di scuola. Attraverso l'attività di formazione le aziende telefoniche diedero un contributo all’innalzamento dell’istruzione e quindi alla modernizzazione del Paese. In alcuni casi specifici, poi, come quello dei profughi della Dalmazia, l’attività di formazione e avviamento al lavoro fu anche una forma concreta di intervento positivo nel sociale.
Un altro settore in cui le società telefoniche furono molto attive fu quello dell'addestramento dei quadri. A partire dalla metà degli anni Cinquanta il metodo d'insegnamento destinato ai capi si diffuse anche nelle società concessionarie.
All'inizio degli anni Settanta fu fondata la Scuola Superiore Guglielmo Reiss Romoli che contribuì alla formazione tecnico-scientifica di molti ingegneri provenienti dalla Sip.