Anni ‘50-’60: al cinema e nelle case

Superati gli anni dell’immediato dopoguerra e dei più arditi sforzi di ricostruzione, le concessionarie, già avviate verso l’unificazione in un unico operatore, individuarono nelle affollate platee cinematografiche un luogo privilegiato per la promozione del telefono e soprattutto per sensibilizzare l’opinione pubblica rispetto alla complessità degli impianti e dell’organizzazione delle società. Negli anni successivi all’unificazione, quando cominciavano a delinearsi con più nettezza gli aspetti della società dei consumi, si intensifica la comunicazione diretta (opuscoli e depliant inviati per posta) e si sperimenta l’allestimento di inedite vetrine per la pubblicità delle nuove offerte: Filodiffusione e impianti addizionali.


 
I film documentari

Risale al 1959 la realizzazione del documentario cinematografico intitolato Questo telefono, nei circuiti delle sale nazionali a partire dal marzo 1960, affidato alla regia di Filippo Paolone (1917-1982). Lo stesso autore, prolifico documentarista e impegnato nella didattica e nella formazione professionale a vari livelli, firma nel 1965 anche un altro impegnativo documentario, prodotto dalla Stet all’indomani della nascita della Sip telefonica, intitolato Il progresso telefonico italiano e l’unificazione delle concessionarie.
Il mediometraggio, per il quale in tre mesi fu percorsa l’Italia in lungo e largo utilizzando 15.000 metri di pellicola, si concludeva con le avveniristiche riprese della sede di Telespazio nella Piana del Fucino, commentate dalle coinvolgenti note della Toccata e fuga di Bach.
Come chiariva il regista nel corso di un’intervista rilasciata a «Selezionando Sip» del gennaio 1966, l’obiettivo era stato quello di dar vita a un “documento divulgativo sulla situazione della telefonia in Italia, documento valido sia come strumento di relazioni umane - utilizzabile per proiezioni rivolte ai neoassunti nell’azienda - sia come strumento di relazioni pubbliche valido anche all’estero”.
 
 La pubblicità per gli impianti addizionali

All’inizio degli anni Sessanta, nell’Italia del boom economico, la diffusione del telefono colorato può essere considerato una spia di quei mutamenti di gusto e di costume che si andavano affermando in una società un cui il “consumismo” andava prendendo forma.
Nel 1962 in un opuscolo pubblicitario della Società italiana telecomunciazioni Siemens, diffuso per illustrare l’offerta diversificata dei nuovi apparecchi telefonici “unificati” disponibili in diversi colori (avorio, giallo, celeste, rosso, verde, girgio bicolore), così vennero presentati all’utente i nuovi prodotti: “Quando entriamo in una casa, l’arredamento ci fornisce la prima impressione sul gusto e sulla personalità di chi vi abita. Ogni particolare, anche minimo, contribuisce all’armonia dell’insieme e non deve esserere trascurato da chi ambisce avere una abitazione piacevole ed accogliente. A questa esigenza non può sottrarsi il telefono, prezioso elemento di legame col mondo esterno, la cui presenza oggi non solo è necessaria in ogni casa, ma spesso anche nei diversi ambienti di una stessa abitazione.”
Dalla primavera del 1967 s’intensificò l’impegno della Sip, allora unico gestore telefonico nazionale, nei confronti della moltiplicazione degli apparecchi domestici con l’avvio della campagna promozionale caratterizzata dallo slogan “Un telefono al guinzaglio”. Come veniva illustrato negli opuscoli e nelle pubblicità diffuse in quegli anni, l’offerta dei telefoni addizionali comprendeva il più classico apparecchio Unificato, “adatto a ogni ambiente, dall’ingresso, al tinello, alla cucina, alla biblioteca”; lo snello e aggraziato Lillo, “particolarmente indicato per salotto e sala da pranzo”; i più originali Grillo ed Ericofon, “consigliati per design e ingombro minimo”, adatti alla camera da letto o ovunque si potesse disporre di ampi piani di appoggio.
La campagna di promozione si articolò con inserzioni sulla stampa periodica, sui più noti rotocalchi d’informazione e femminili e su riviste d’arredamento. Fu prodotto un cortometraggio pubblicitario proiettato nelle sale cinematografiche e furono affissi manifesti stradali nelle grandi città. Furono allestite vetrine nei Posti telefonici pubblici, dove si esponevano i nuovi prodotti.
Ma la promozione dei telefoni e degli impianti addizionali fu affidata anche all’iniziativa delle varie agenzie diffuse sul territorio. L’agenzia di Torino, per esempio, individuò nei frequentatori degli spettacoli teatrali un target privilegiato. Nel dicembre1967, nel foyer del Teatro Alfieri fu così allestita una vetrina con tanto di spine, fili e telefoni diversi per foggia e colore; la pubblicità continuava poi anche sul palcoscenico durante l’intervallo con scenografie e interventi volti a illustrare caratteristiche e convenienze.

Nella prima pagina del notiziario aziendale l’avvio della campagna per la promozione degli...
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La prima pagina del notiziario aziendale è dedicata a opuscoli e dépliant inviati alle famiglie...
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La riflessione contemporanea sulle nuove funzioni della pubblicità in ambito telefonico in un...
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In occasione dell’uscita del cinedocumentario Questo telefono, per la regia di Filippo Paoloni,...
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Il documentario cinematografico Questo telefono, è presentato sulle pagine della stampa aziendale...
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Sulla stampa aziendale viene presentato il film prodotto da Stet, la capogruppo del settore...
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