La tecnologia dominante: l’elettronica

Dal punto di vista operativo, nella sua configurazione base un transistor è essenzialmente un triodo, come quello già inventato da De Forest. Tuttavia, le analogie terminano qui: per dimensioni, costo, affidabilità e principi costitutivi questo dispositivo è assolutamente peculiare.
Per la realizzazione del transistor sono utilizzati i semiconduttori, materiali che hanno comportamento elettrico diverso a seconda delle caratteristiche del segnale elettrico al quale sono soggetti. A partire dal tipo di segnale in entrata, infatti, il transistor si comporta come un amplificatore di tensione o corrente (e questo è il suo uso più comune), oppure come un circuito aperto (in sostanza, come un filo ordinario).
Grazie a quest’ultima proprietà, tra l’altro, può essere usato come interruttore, che a seconda dello stato di funzionamento, permette il passaggio
della corrente (circuito chiuso) oppure no.
Il primo prototipo funzionante di transistor fu realizzato nel 1947 da tre ricercatori dei Bell Laboratories (John Bardeen, Walter Brattain e William Shockley).
In pochi anni il transistor ha provocato una rivoluzione nella tecnica circuitale, rendendo possibile la costruzione di apparecchiature elettroniche estremamente piccole.Tra le prime applicazioni del  transistor vi furono quelle legate alla costruzione di apparecchi radio portatili, autoradio e televisori. L’uso dei transistor si estese a molte altre applicazioni: orologi elettrici, semafori, pubblicità luminosa al neon, giocattoli, ecc. Diverse furono anche le sue applicazioni all’interno del settore telefonico e in particolare per l’attuazione dei primi circuiti e delle prime centrali telefoniche sperimentali a funzionamento elettronico.
Il transistor permise tra l’altro lo sviluppo dei cavi coassiali: alla fine degli anni Quaranta potevano essere supportati da un cavo coassiale circa 1000 canali telefonici, mentre a metà degli anni Settanta tale cifra era giunta a più di 10.000. Il passaggio chiave fu attorno al 1960: aumentare il numero dei canali (che allora si aggirava attorno ai 2.500) significava aggiungere più amplificatori a parità di lunghezza della linea, con conseguenti problemi di alimentazione.
Quando furono sostituiti gli amplificatori a valvole con quelli a transistor, che richiedevano molta meno energia, le difficoltà di alimentazione furono completamente risolte.