La Segreteria telefonica

Nel settembre 1962, sulle pagine della rivista aziendale «Selezionando. Notiziario Stipel» veniva presentato per la prima volta il servizio di segreteria telefonica automatica. La novità rispetto al  servizio “segreteria abbonati assenti” (attivato dalla Stipel nel 1927), svolto manualmente dalle operatrici telefoniche che rispondevano al posto dell’utente quando questi era assente, consisteva  nell’automatizzazione del servizio che, senza l’intermediazione dell’operatrice, poteva essere attivato autonomamente, in casa o in ufficio, dall’utente.


Per far ciò  bastava dotarsi di un apparecchio automatico, il Liliphon, dotato di nastro magnetico e capace di registrare fino a 20 comunicazioni in arrivo e che, una volta collegato in parallelo al telefono, era in grado di entrare in funzione autonomamente quando l’abbonato risultava assente o non poteva o voleva rispondere alla chiamata. Il mercato non fu particolarmente colpito dal nuovo marchingegno. Per assistere al successo delle segreterie telefoniche occorre fare un balzo in avanti, e arrivare agli anni Ottanta.
 
 Il mercato dei “single”

“La segreteria telefonica non è un lusso per pochi”: era questo il messaggio lanciato dalla Sip nell’estate 1981 a sostegno dell’offerta promozionale delle nuove segreterie telefoniche. Alla diffusione del mezzo corrispondono, oltre che la diffusione di nuove forme di micro imprenditorialità, anche le trasformazioni della famiglia italiana. Possedere un apparecchio in grado di registrare le telefonate in arrivo era diventato importante soprattutto da quando la casa era sempre più vuota, in corrispondenza con la diminuzione del numero dei componenti della famiglia. I dati dei censimenti degli ultimi cinquant’anni mostrano il fenomeno in tutta la sua evidenza. Il numero medio dei componenti di una famiglia italiana, che era di 3,9 unità nel 1951, è sceso a 2,6 unità nel censimento del 2001. In questo processo di snellimento della famiglia costante è stato l’aumento delle famiglie composte da due sole unità, che sono passate da 2.693.471 nel 1961, cioè il 19,6% del totale, a 4.920.050, cioè il 24,7% del totale, nel 1991, ma assai significativo è anche il dato sulla crescita dei nuclei con un solo componente: erano il 10,6% sul totale delle famiglie italiane nel 1961, diventava praticamente il doppio, il 20,6%, nel 1991. Considerando i numeri assoluti si è passati da 1.464.377 persone che vivevano da sole nel 1961 a 4.099.970 nel 1991.
I “single”, come negli anni Ottanta si cominciò a dire, erano coloro che vivevano da soli non per necessità ma per scelta, considerando la solitudine, o meglio l’assenza di legami stabili, come più confacente al proprio stile di vita. Come tutti i fenomeni sociali i “single” suscitarono le attenzioni del mercato. Erano, e sono, a misura di “single”, certe proposte di vacanza, certi tipi di appartamento, una certa offerta di prodotti da supermercato. Ed è proprio a chi viveva da solo, ma conduceva al tempo stesso una vita di intense e varie relazioni, che la segreteria telefonica si è imposta come indispensabile compagna della quotidianità e irrinunciabile bene domestico.
 
 Parlare alla segreteria: nuove trasmissioni radio e Tv  

All’inizio degli anni Novanta erano già un milione e mezzo le segreterie telefoniche in funzione in Italia. Parlare al telefono e lasciare un messaggio registrato cominciò a diventare un’abitudine che, puntualmente, i mass media trasformarono in una risorsa per nuove forme di interattività con il pubblico. Due esempi per tutti. In Ciao Enrica, programma televisivo quotidiano condotto su Canale 5 da Enrica Bonaccorti, una segreteria telefonica, in funzione 24 ore su 24, aveva il compito di registrare le telefonate del pubblico. I messaggi più interessanti venivano poi scelti e la persona che aveva telefonato era invitata in trasmissione a raccontare la propria storia. In Radio Zorro, trasmissione quotidiana di Rai uno, Oliviero Beha, raccoglieva tramite segreteria telefonica le denunce degli ascoltatori che davano poi il via alle inchieste giornalistiche. La novità, rispetto all’invio di una più ordinaria lettera, consisteva nel fatto che venivano di gran lunga facilitate le scelte di partecipazione “impulsive”: fare una telefonata era più immediato che scrivere e spedire una lettera, come anche lasciare il proprio messaggio in qualsiasi momento della giornata, senza vincoli di orari prestabiliti.
 
 Personalizzazioni e proposte di mercato  

Nelle case degli italiani, alla crescente diffusione della segreteria telefonica corrispose, in una prima fase, una proliferazione di messaggi sempre più personalizzati. L’ anonimo ''non siamo in casa, lasciate un messaggio dopo il bip'' fu frequentemente sostituito con registrazioni ben più elaborate: dall’uso di stacchi musicali ai messaggi plurilingue, da presentazioni corali con i saluti dei vari membri della famiglia a quelle includenti anche i versi degli animali di casa, da inviti spiritosi a lasciare in ogni caso il proprio messaggio a pronunciamenti decisamente scoraggianti. La segreteria telefonica fu dunque per alcuni un’occasione per presentare se stessi, la propria famiglia, in alcuni casi anche il mutare del proprio stato d’animo. Fu quella una prima, timida spia di quella voglia di raccontarsi e autorappresentarsi che sarebbe stata meglio appagata da Internet, nei tanti social network e blog personali? Il fenomeno delle registrazioni “spiritose” non lasciò comunque indifferente il mercato. Nell’estate del 1991 la Fonit Cetra pensò di proporre una serie di cassette registrate, con l’imitazione delle voci di personaggi illustri, da Giulio Andreotti a Totò, da sostituire ai convenzionali testi delle segreterie telefoniche. Il target a cui pensava la Fonit sembra essere costituito da utenti "timidi e insicuri": l’invito a usare una di quelle registrazioni era motivato con il fatto che nessuno avrebbe osato ''sbattere il telefono in faccia'' alle voci di tanto illustri personaggi, decidendosi così a lasciare un messaggio.
 
 Memotel e cellulare

Nel 1996 la Telecom Italia lanciò sul mercato Memotel, la segreteria telefonica centralizzata utilizzabile su un normale apparecchio multifrequenza. Nel mese di marzo di quello stesso anno le attivazioni furono 335.000, un traguardo superiore alle previsioni di lancio del servizio. Con il nuovo millennio il numero delle segreterie, complessivamente, andò scemando. Secondo dati Istat, nel 2001 il 14,7% delle famiglie italiane avena una segreteria telefonica, una percentuale leggermente inferiore rispetto al 2000. Molte delle caratteristiche e funzioni della segreteria telefonica cominciarono a essere assorbite dal cellulare e poi dai più moderni apparecchi, con segreteria telefonica incorporata, di telefonia fissa.

Nell’articolo dal titolo I dispositivi automatici di selezione…, pubblicato sulla prima pagina...
Visualizza il pdf
In questo articolo, pubblicato sulla rivista aziendale «Pianeta Telecom», n. 1 del 1996, si...
Visualizza il pdf

Documenti