In villeggiatura al mare con il Dopolavoro

Era l’estate del 1927 quando per la prima volta la Sip di Gian Giacomo Ponti offrì ai dipendenti delle società telefoniche Stipel, Telve e Timo, attraverso il dopolavoro aziendale, una villeggiatura di due settimane a Rimini, a prezzi agevolati. Sede della prima colonia estiva Sip fu la “Palazzina Milano”, una villetta immediatamente a ridosso della spiaggia, ex  “dependance” del Grand Hotel. La capienza dell’edificio andava dai 50 ai 70 posti letto. Il soggiorno era diviso in quattro scaglioni di quindici giorni l’uno, dal 1° luglio fino al 31 agosto. Questa organizzazioni fu mantenuta anche negli anni successivi. 
L’industria turistica romagnola cominciava in quegli anni a prendere forma. A quell’industria e  alla diffusione della cosiddetta “cultura balneare” una spinta significativa fu data proprio dalle organizzazioni dei dopolavoro delle grandi industrie, come nel caso della Sip.
Per partecipare al soggiorno, nel 1928, era previsto il versamento di una caparra di 50 lire, mentre il costo complessivo ammontava a 448 lire  più una tassa di soggiorno fissata in 30 lire per gli adulti e 15 lire per i bambini, con l’esenzione per i minori di 3 anni. La quota comprendeva il vitto, l’alloggio, il servizio, l’uso “dei capanni da spiaggia” e il biglietto di andata e ritorno in terza classe da Milano, Torino e Bologna.
Questo tipo di spesa non era probabilmente di facile portata per gli operai, ma più accessibile agli impiegati  e alle giovani telefoniste che continuavano ad abitare in famiglia.
Dalle “cronache” dei soggiorni pubblicate sulla rivista aziendale «Sincronizzando» apprendiamo che le famiglie passavano le loro giornate in spiaggia facendo i bagni e prendendo il sole, a volte partecipavano a escursioni giornaliere in varie località della riviera romagnola, mentre la sera era dedicata al ballo o all’ascolto di “una esotica jazz-band capace di mandare in visibilio frotte di bagnanti”. Con compiacimento, sempre su «Sincronizzando», l’autore del resoconto della prima villeggiatura del 1927 scrive che i quindici giorni al mare avevano giovato significativamente alla salute dei partecipanti: tutti erano rientrati a casa con uno o due chili in più!



La rivista «Sincronizzando …»  dedica ampio spazio alle attività dopolavoristiche svolte dai...
Visualizza il pdf