Il telefono, come elemento connotativo di ambiente e di contesto storico, è pressoché onnipresente nel racconto cinematografico del Novecento. Ma la relazione che unisce i due mezzi, quasi coevi, è ben più intrigante, come è già stato messo in evidenza in Le vie della voce, un’opera pionieristica promossa dalla Sip negli anni Ottanta: se il telefono infatti annulla, per la voce, la lontananza nello spazio, il cinema compie artificiosamente un’operazione simile, eliminando o aggirando, con il montaggio, i vincoli di spazio e di tempo. Questa intima relazione è quanto mai feconda nella costruzione di molti racconti cinematografici nei quali il telefono, veicolo di attese e sorprese, di finzioni e incomprensioni, di interferenze e intercettazioni, diventa prezioso ingrediente della trama, duttile elemento per le più varie soluzioni narrative.
Muovendo da questi presupposti, viene qui analizzato l’utilizzo del telefono nel cinema quale strumento narrativo. Attraverso vari esempi, tratti da film di ogni tempo e genere, dai classici hollywoodiani al cinema contemporaneo dell’Est asiatico, dall’horror alla commedia, dal war film al noir, si sviluppa un percorso a temi, che vuole anche essere un invito agli amanti del cinema a suggerirne altri.