Breve storia della scheda telefonica

La scheda telefonica: trent’anni di storia

La scheda telefonica prepagata cominciò a essere sperimentata in Italia nel 1976. Si trattava, allora, di una novità assoluta e originale a livello mondiale introdotta, per la prima volta, dal gestore telefonico Sip. Il grande successo arrivò, poi, negli anni Novanta con la diffusione della carta “orizzontale” - quella che oggi tutti noi conosciamo -, la cui caratteristica era quella di poter essere utilizzata più volte. Giacchè dopo ogni chiamata la scheda veniva restituita dall’apparecchio, anche dopo l’esaurimento del suo valore, oltre che semplice mezzo di pagamento per le chiamate pubbliche, la scheda telefonica si tramutò anche in veicolo di messaggi pubblicitari, sociali e culturali, divenendo oggetto per collezionisti.


 

La prima scheda 

 

Diverse furono le ragioni che portarono la Sip a sperimentare questa nuova forma di pagamento per le chiamate pubbliche, e tra queste vi fu certamente il singolare fenomeno, diffuso a livello nazionale, della scarsità di moneta metallica negli anni Settanta: il gettone telefonico era finito per assolvere la funzione di moneta di scambio.
Si poneva quindi per la Sip il problema di sostenere l’aumento del traffico telefonico pubblico attraverso la creazione di un mezzo di pagamento sempre disponibile e comodo da usare, indipendentemente dalla scarsità di gettoni e moneta in circolazione.
La sperimentazione del 1976 avvenne tramite l’emissione di una carta telefonica prepagata che gli apparecchi pubblici abilitati, esaurito il credito, non restituivano più, di tipo “verticale”, caratterizzata da colori giallo-blu. La scelta sulla tecnologia da utilizzare (magnetica, ottica, chip), cadde sulla banda magnetica.
I primi apparecchi pubblici a scheda magnetica prepagata, installati in località con elevati flussi di transito, riscossero subito un forte successo, facendo registrare un fatturato pari, in media, a circa sei volte quello dei tradizionali telefoni a gettoni e moneta. Nel 1980, le postazioni telefoniche pubbliche abilitate all’uso della prima scheda prepagata furono installate negli areoporti e nelle stazioni ferroviare delle città di Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Mestre, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Pisa, Rimini, Roma, Torino e Venezia.

 

La diffusione: da semplice mezzo di pagamento a veicolo di messaggi

 

La scheda telefonica riuscì velocemente a entrare nelle abitudini degli italiani diventando con gli anni un comodo strumento di pagamento, alternativo al gettone, sempre più famigliare. Una tappa fondamentale di questo percorso riguardò l’estensione nel 1992 dell’uso della scheda telefonica anche alle cabine stradali. L’anno successivo le carte prepagate, sorpassando l’uso delle monete, divennero il principale mezzo di pagamento per la telefonia pubblica.
Un contributo al successo della scheda telefonica fu dato dal basso costo del supporto di pagamento (la scheda magnetica), il quale consentì l’emissione di schede di valore non elevato (£ 5000,10000, 15000), favorendo una rapida diffusione del servizio.
Già nel 1994 si festeggiò la 500milionesima scheda prodotta, evento che fu celebrato con un'emissione speciale.
La sua diffusione capillare e il suo essere continuamente maneggiata, la rese uno strumento del tutto nuovo e originale di promozione, come mezzo di diffusione di messaggi di interesse sociale, culturale e pubblicitario.
Accanto all’emissione di serie ordinarie, si arrivò presto alla creazione di serie pubblicitarie, di serie tematiche e di serie speciali celebrative, quest’ultime realizzate in occasione di avvenimenti di particolare importanza.

 

Un oggetto per il collezionismo

 

Per le sue caratteristiche, la scheda telefonica si prestò ad una forte analogia con il francobollo. Come per quest’ultimo, infatti, le continue e ininterrotte emissioni di serie sempre diverse e con tirature differenti, non mancarono di sollecitare la curiosità e gli interessi del mondo dei collezionisti.
Nato come mercato spontaneo, organizzatosi in modo del tutto autonomo, il mercato del collezionismo rivolto alle schede telefoniche trovò facilmente un interesse aziendale, da parte dell’allora gestore SIP, che dal 1994 organizzò un proprio settore interno per seguire e favorire i collezionisti.
L’impegno fu mantenuto e rafforzato da Telecom Italia, con l’obiettivo di promuovere il mondo del collezionismo, tutelandolo dalle speculazioni, aumentando la diffusione delle informazioni sulla produzione di schede, facilitando la possibilità di acquisto di tutte le emissioni.
Per soddisfare sempre più le esigenze del popolo dei collezionisti, Telecom Italia inoltre attivò un sito internet esclusivamente dedicato alle schede telefoniche
www.collezionismo.telecomitalia.it (ora non più attivo), per gli appassionati un vero e proprio punto di riferimento che offriva, inoltre, la possibilità di consultare on-line e di scaricare in formato .pdf tutti i cataloghi pubblicati, dal primo numero del 1994. 

 

Archivio Storico Telecom Italia e schede telefoniche

 

La produzione di serie tematiche da parte di SIP fu inaugurata, nel 1994, con una serie dedicata alla storia del telefono. Si trattava in quel caso di 8 schede, con un taglio da 5000 a 15.000 lire, con immagini che ritraevano il telefono e il suo uso nella sua fase di esordio nella società. La tiratura era per ognuna delle 8 schede di 30.000 pezzi.
L’Archivio Storico Telecom Italia collaborò all’emissione della serie intitolata Il lavoro, emessa nel 2004, costituita da 16 schede con immagini scelte tra le più belle e suggestive presenti in archivio, le quali ritraevano centraliniste, operatrici di posti telefonici pubblici, squadre di operai di rete, tecnici di centrale, impiegati e impiegate, allievi e allieve delle scuole di formazione delle concessionarie telefoniche italiane, dai primi del Novecento agli anni Sessanta.