Il terremoto di Umbria e Marche

La scossa più forte (magnitudo 6.0) del terremoto che colpì le regioni dell’Umbria e delle Marche si registrò la mattina del 26 settembre 1997 verso le 11.40. Dal sisma fu interessata un’area di circa 50 km, posta tra le località di Gualdo Tadino, Nocera Umbra, Sellano e Norcia, con epicentro ad Annifo, una frazione del comune di Foligno.
I comuni più colpiti furono 48, tra cui Assisi, dove crollò la volta giottesca della chiesa di San Francesco, Gubbio, Foligno, Norcia, Valfabbrica, Gualdo Tadino, Nocera Umbra e Sellano, Carmiano, Fiordimonte, Castelsantangelo sul Nera. Complessivamente le vittime furono 11 (4 delle quali causate dal crollo della volta della basilica di San Francesco di Assisi), 100 i feriti e circa 32.000 gli sfollati, con più di 80.000 abitazioni danneggiate.


 
Gestire l’emergenza

Anche in questo caso la stampa aziendale, per l’esattezza «Pianeta Telecom» n. 10, 1997, diede spazio alla cronaca di quanto successo e agli interventi messi in opera da Telecom Italia già immediatamente dopo la prima scossa del 26, registrata alle ore 2.33 di notte.
Due ore dopo, intorno alle ore 4.30 del mattino, si riunì ad Ancona il Comitato di gestione delle emergenze di Protezione Civile (Crisis team) di Telecom Italia.
Compiti del Crisis team in circostanze del genere sono: garantire la funzionalità delle telecomunicazioni; potenziare sia le linee di giunzione tra le centrali telefoniche per la telefonia fissa, sia i flussi comunicativi sulle reti radiomobili dei vari operatori; individuare dove installare le strutture mobili di telefonia pubblica presso tendopoli e centri per le popolazioni colpite.
 
 I primi interventi

A dicembre «Pianeta Telecom», all’interno del reportage intitolato Scene da un terremoto, quantificava nella cifra di circa 4 miliardi di lire i costi dei principali interventi realizzati. Tra essi si segnalavano: l’installazione di dodici nuove centrali telefoniche che sostituivano quelle poste dentro gli edifici dichiarati inagibili; l’ampliamento di 3.000 numeri di centrale; la realizzazione di diciotto linee ad alta velocita (2 Mbit/s); sei collegamenti in ponte radio; la connessione di sedici stazioni radio per l’operatore mobile Tim e di altre due per altri operatori mobili. Particolare attenzione, come era già accaduto in passato in occasioni simili, fu posta nel consentire alle popolazioni colpite la possibilità di comunicare con i propri cari in Italia e all’estero. In 27 centrali telefoniche furono predisposti 500 traslatori di Telefonia Pubblica per servire circa 70 insediamenti di emergenza in altrettante località sparse sulle aree colpite.
 
 Alcune differenze rispetto al passato

Rispetto ad altri eventi simili nel passato come, per esempio, il grande terremoto dell’Irpinia, in questa occasione gli interventi di soccorso per ripristinare le telecomunicazioni poterono usufruire dei nuovi sistemi e servizi telefonici di più recente affermazione. Il Comitato aziendale di gestione delle emergenze potè contare sulla rete Isdn, una novità di quegli anni, per gestire in Videoconferenza le operazioni di coordinamento tra i vari centri operativi, senza appesantire ulteriormente il traffico telefonico delle linee fisse. Altra grande novità fu l’uso della rete mobile, che solo da pochi anni aveva iniziato a espandersi nel Paese.

Sulle pagine della stampa aziendale una descrizione del “Piano di emergenza di Protezione...
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