Gian Giacomo Ponti, ingegnere, docente universitario del Politecnico di Torino e imprenditore, tra gli anni Dieci e Trenta del Novecento fu tra i protagonisti della costruzione delle infrastrutture elettriche e telefoniche del nostro Paese, nonché dell’Eiar, la società radiofonica di Torino da cui in seguito sorse la Rai. Ponti nacque il 28 dicembre 1878 ad Arona (Novara) e si laureò nel 1903 in ingegneria elettronica presso il Politecnico di Milano. Fece le sue prime esperienze in campo elettrotecnico negli Stati Uniti, dove lavorò per la General electric company, indossando per qualche tempo la tuta da operaio, e fu allievo e assistente del grande scienziato e inventore Thomas Alva Edison, con cui conservò nel tempo legami di amicizia. Tornato in Italia, a partire dal 1908 progettò la costituzione dell'Azienda elettrica municipale di Torino e lavorò per il comune piemontese come dirigente degli uffici tecnici. Grazie all’impegno di Ponti, Torino fu la prima città in Europa ad avere la rete di illuminazione pubblica alimentata dall’energia elettrica in sostituzione del gas. Dal 1918, dopo la fine della prima guerra mondiale, Ponti guidò la riorganizzazione della Sip (Società Idroelettrica Piemonte) e divenne l'uomo di punta del potente gruppo elettrico. Nel 1925 fu presidente della Stipel (Società telefonica interregionale piemontese e lombarda), la concessionaria vincitrice della prima zona, che comprendeva Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta e che era la più importante dal punto di vista economico. Nel corso degli anni Venti la Stipel si impegnò sia per l’organizzazione del servizio telefonico, dando un certo rilievo anche alla comunicazione esterna secondo il modello americano, sia per la creazione delle infrastrutture tecniche. Fu Ponti a ideare, e mettere la società nelle condizioni di realizzare, il grande collegamento telefonico Torino-Milano-Laghi, tramite un cavo sotterraneo che prese il suo nome: Cavo Ponti. La Stipel assolse negli anni Venti al ruolo di società leader e il gruppo Sip, diretto da Ponti, acquisì anche il controllo delle altre concessionarie del Nord, la Telve e la Timo, attraverso la Stet. La Sip di Ponti operò attivamente anche nel campo della nascente industria radiofonica, con la partecipazione all’Eiar. Sempre negli anni Venti, Ponti ricoprì numerosi e prestigiosi incarichi extra aziendali tecnici e scientifici, internazionali e italiani. Su proposta delle società elettriche nord-americane e francesi fu il primo presidente dell’Unione internazionale dei produttori di energia elettrica, costituita a Parigi nel 1925 dai più potenti gruppi elettrici mondiali, divenendo in seguito presidente onorario a vita. Fu, tra l’altro, membro del Cicct- Comitè international des comunications télégraphiques e téléphoniques, dell’American institute of electrical engineers e del prestigioso General electric club di Schenectady. In Italia ricoprì anche gli incarichi di presidente dell’Associazione esercenti imprese elettriche e dell’Unione nazionale industrie elettriche. In seguito alla crisi dei primi anni Trenta, che coinvolse in varia misura le società del gruppo Sip, Gian Giacomo Ponti, che nel 1924 era anche stato eletto deputato al Parlamento, venne emarginato e si ritirò a vita privata nella sua casa di Arona, dove morì il 28 novembre del 1939. Presso l’Archivio Centrale dello Stato è conservata una lettera datata 24 marzo 1937, scritta dalla figlia di Ponti, in cui si descrivono le tristi condizioni del padre chiedendone la “riabilitazione”.