L’autore dell’intervento, direttore generale dei servizi elettrici presso il Ministero delle Poste e Telegrafi, era stato in precedenza dirigente della neonata Amministrazione statale per l’esercizio dei telefoni. Nello scritto, pubblicato postumo dopo un’improvvisa e breve malattia, l’accanito sostenitore della statalizzazione dei servizi pubblici confessa di aver cambiato opinione: per molti e diversi motivi l’amministrazione statale si era dimostrata inadeguata alla gestione di un’industria esigente quale era quella telefonica.