Il telefono nella catena di comando
Emilio Lussu ha combattuto la prima guerra mondiale sull’altipiano di Asiago. Le vicende narrate in Un anno sull’altipiano, il suo romanzo più noto, sono ispirate a quella drammatica esperienza. In questo brano il disertore Marrasi abbandona la trincea e corre per mettersi in salvo verso la linea nemica. I commilitoni, su ordine del sergente, gli sparano addosso. Il momento è drammatico, la tensione è alta e il capitano Lussu, l’ufficiale più alto in grado sul posto, è costantemente chiamato al telefono dal comandante di battaglione impaziente di sapere come si è sistemata la faccenda, per comunicarlo a sua volta ai suoi superiori. Da qui l’ordine del capitano di troncare bruscamente la linea.
Potevano essere le due del pomeriggio. Dalla trincea della compagnia, partì un grido d’allarmi, seguito da colpi di fucile. Immediatamente, tutta la linea aprì il fuoco. In quattro salti fui in trincea. I soldati correvano alle feritoie. In mezzo alla piccola vallata, oltre la linea dei nostri reticolati, il soldato Marrasi, le gambe affondate nella neve, le mani in alto, senza fucile, stentatamente avanzava verso le trincee nemiche.