Anni ’80: un nuovo logo per nuovi prodotti

Nel corso degli anni Ottanta, mentre era in atto il processo di digitalizzazione, si moltiplicò l'offerta da parte della Sip di nuovi prodotti e nuovi servizi: il  facsimile o fax, il servizio di telefax, la segreteria telefonica, il teledrin o cercapersone, l'autotelefono, la rete fonia-dati, la teleconferenza, il videotel. Tutti prodotti inediti sul mercato, che bisognava fare conoscere.
Intensa e per molti versi senza precedenti fu l’attività di comunicazione aziendale che, a partire dalla metà degli anni Ottanta, si concretizzò in numerose campagne pubblicitarie affidate a importanti agenzie, volte a promuovere sia i nuovi prodotti - rigorosamente contrassegnati dal nuovo logotipo Sip presentato nel 1983 - sia un'immagine dell'azienda profondamente rinnovata e proiettata nel futuro.
Fra le diverse agenzie un ruolo importante fu svolto dalla Armando Testa SpA, che, a partire dal 1985, firmò per Sip la campagna "Il futuro è in linea".


 
I prodotti

Molti dei nuovi prodotti promossi in quegli anni ebbero vita breve, altri non raggiunsero mai un carattere di massa. Ciò che in quel momento sembrava essere il futuro della comunicazione privata e d'impresa fu, nel giro di pochi anni, soppiantato da nuove tecnologie e forme di comunicazione, questa volta  di straordinario successo e destinate a un  effettivo consumo di massa, come Internet e il cellulare.
Per il fax l'impegno della Sip nel diffonderne l'uso fu particolarmente visibile a partire dal 1984, anno in cui l'agenzia Armando Testa curò la campagna "Facsimile" con la quale si prometteva la possibilità di trasmettere "l'esatta copia in bianco e nero di dattiloscritti, manoscritti, diagrammi, disegni, schemi tecnici, dettagli esecutivi. Tutto questo in un tempo compreso tra i 60 secondi e i 3 minuti".
La segreteria telefonica compare nella campagna "Il futuro è in linea" del 1985, curata dalla Sarin. Il testo a corredo dell'immagine così ne presentava i vantaggi per i privati e per i professionisti: "Anche per quando ci siete ma non volete farlo sapere. Le segreterie telefoniche Sip trasmettono il vostro messaggio, registrano quello di chi vi chiama, ve lo ripetono (magari anche a distanza) col risultato che non perdete una chiamata e perciò neanche un affare".I telefoni risponditori, che permettevano di registrare la propria voce e lasciare un messaggio preregistrato a chi chiamava, erano a loro volta così reclamizzati nel 1986 da una pubblicità Sip realizzata anche questa dall’Armando Testa: "Finalmente il telefono che risponde per te. E dice dove e quando ti possono chiamare".
Il teledrin (che divenne del tutto obsoleto dopo l’introduzione del cellulare) fu in uso soprattutto in ambito lavorativo. Non mancò, però, l'interesse della Sip per una diffusione tra i giovani, come testimonia una pubblicità del 1989 curata dalla Publicis Fcb/Mac. Lo slogan scelto da Armando Testa nel 1988 per il videotel, il servizio idealmente più vicino a Internet, fu: "Mettiti comodo, esci col videotel". Testimonial il filosofo Luciano De Crescenzo.
 
 Il logo

Il marchio Sip caratterizzato “da un tetragramma rosso ondulato visto in prospettiva” (come si legge nel documento di registrazione) fu presentato in anteprima nella primavera del 1983 in occasione della 61a Fiera di Milano. Un tetragramma è il rigo musicale a quattro linee usato per la notazione del canto gregoriano;  i creatori del nuovo logotipo lo utilizzarono invece per evocare "un'onda di comunicazione rossa ". Questo è quanto si legge sul numero della rivista aziendale «Selezionando Sip» del maggio 1983, dove si specifica che quel segno è il “simbolo dei cavi su cui viaggiano le nostre voci".
Fu allora che, per la prima volta, in modo organico, l'azienda si pose il problema della propria identità visiva, fino a quel momento frammentata in svariati modi di rappresentazione.
In Italia in quegli anni, anche le altre grandi imprese industriali, come pure i principali istituti di credito, posero all’ordine del giorno il problema dell’"identità aziendale" che sarebbe dovuta essere riconoscibile anche attraverso l'affermazione del logotipo aziendale e dell' "immagine coordinata". Quest’ultima implicava l’obbligo di uniformare la carta da lettere, la modulistica, le insegne, di applicare il marchio sulle auto di servizio e sulle tute di lavoro o di adottare regole precise nella composizione dei caratteri e nella selezione dei colori. Tale necessità nasceva anche dal fatto che le imprese industriali e dei servizi stavano in quel momento immettendo costantemente nuovi prodotti sul mercato.
Anche la Sip cominciava a offrire una certa varietà di servizi e di prodotti, che sarebbero aumentati in breve tempo e che, attraverso il marchio, dovevano essere immediatamente riconducibili alla casa madre. Con la promozione del marchio si raggiungeva così lo scopo di rafforzare l'immagine aziendale e contemporaneamente si promuovevano i singoli prodotti.Variazioni della “calda onda rossa" comparvero anche nei loghi di Italcable, Stet e Iritel.

La presentazione, sulla stampa aziendale, del nuovo logo Sip corredato da alcune immagini che...
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Una presentazione della nuova campagna immagine Sip caratterizzata dall’onda rossa del nuovo logo...
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