I centri di formazione

Nel secondo dopoguerra i corsi di addestramento per i lavoratori delle società telefoniche si moltiplicarono, in corrispondenza con lo sviluppo della rete e con la crescente gamma di specializzazioni imposte dall'evoluzione tecnica.
Il lavoratore telefonico, che fosse riparatore, guardiafili, tecnico di centrale o di trasmissione, era generalmente più specializzato e qualificato rispetto ai lavoratori della grande industria, anche in funzione del decentramento organizzativo e del lavoro in piccole squadre.
Si richiedevano competenze specifiche, capacità di apprendimento e di osservazione, attenzione e senso di responsabilità, coscienza professionale, capacità di adattamento e, per molte mansioni, anche preparazione fisica.


 
Tre tipi di corsi

A partire dagli anni Cinquanta le società concessionarie iniziarono a reclutare il loro personale tecnico attraverso appositi corsi di istruzione.
Le diverse società adottarono tre tipologie di corsi. La prima consisteva nei corsi di preparazione telefonica per aspiranti all’assunzione. I candidati dovevano superare una visita psicotecnica e un colloquio orientativo ed essere in possesso del titolo di studio di terza media per i posti da operai e del diploma di scuola superiore per quelli da impiegati e telefoniste. Una volta superata questa preselezione, gli allievi venivano assegnati ai vari corsi, suddivisi per specializzazioni professionali (meccanici di centrale, guardafili e giuntisti, operatrici alla commutazione, ecc.). Alla fine del corso dovevano superare un esame finale e, se promossi, venivano inseriti nell’organico della società.
La seconda tipologia riguardava i corsi di aggiornamento professionale per i lavoratori in servizio. Le lezioni potevano essere facoltative e svolgersi al di fuori dell’orario di servizio, oppure obbligatorie e svolgersi durante l’orario di lavoro.
Alcune società concessionarie adottarono anche dei corsi di istruzione per corrispondenza, destinati al personale in servizio. Nel caso della Teti gli allievi, dipendenti della società che avevano presentato un’apposita domanda per partecipare al corso, dovevano risolvere gli esercizi e inviarli, servendosi di una busta già affrancata, al Servizio istruzione professionale della Direzione generale. I compiti venivano quindi restituiti corretti, insieme alla dispensa successiva.
 
 I primi corsi di istruzione nella Stipel

Informazioni particolarmente dettagliate sul funzionamento dei corsi di istruzione provengono dal notiziario aziendale della società concessionaria della prima zona, la Stipel, che fornisce, sul numero di settembre del 1954, una descrizione dei loro primi quattro anni di attività. I corsi d'istruzione professionale destinati al personale tecnico di nuova assunzione iniziarono nel 1950. In precedenza i nuovi assunti erano reclutati direttamente fra il personale delle imprese dell’indotto Stipel.
Tra il 1950 e il 1954 vennero svolti 28 corsi di cui 15 per Linee e Reti (giuntisti, guardafili, riparatori, operatori di tavolo prove), 12 per Meccanici (di centrale, di I.I.S, di trasmissione, di officina) e uno per allievi magazzinieri. Ai corsi parteciparono complessivamente 1.206 allievi di cui 1.029 furono promossi e assegnati alle diverse specialità. I corsi, che duravano da un minimo di due mesi a un massimo di sei, si svolsero a Torino e Milano.
Un’attenzione particolare fu rivolta anche all’aggiornamento delle nozioni tecniche del personale già in servizio, a favore del quale furono tenuti vari corsi sempre a Torino e Milano.
I primi corsi della società Stipel ebbero luogo in sedi provvisorie, non essendo ancora disponibile un luogo preposto e attrezzato specificatamente per l’istruzione professionale.
La Stipel, come le altre due società del Gruppo Stet, la Telve e la Timo, si avvalse di corsi d'istruzione anche per l'assunzione del personale di commutazione. Uno dei corsi destinato alle operatrici supplenti si svolse nel 1955 in via Parini 6 a Milano. Le aspiranti telefoniste, alle quali era richiesto il titolo di studio di scuola media superiore, dovevano superare, per poter accedere al corso, un esame psicotecnico dove era sperimentata la loro capacità di memoria e la loro prontezza di riflessi. Il corso aveva una durata di quindici giorni e prevedeva un esame finale.
 
 Guglielmo Reiss Romoli e i corsi per i profughi giuliani

Tra i numerosi corsi di formazione professionale e di avviamento al lavoro attivati dalla Stipel nel corso degli anni Cinquanta, alcuni furono dedicati specificamente ai figli dei profughi giuliani insediati a Torino. La particolare sensibilità verso queste famiglie aveva un’origine ben riconoscibile in Guglielmo Reiss Romoli, direttore generale della Stet, la finanziaria dell'Iri che aveva il controllo sulla maggior parte delle società telefoniche. Reiss Romoli, protagonista della ricostruzione del sistema telefonico italiano negli anni del dopoguerra, nato a Trieste nel 1895, fu per molto tempo presidente dell' "Opera per l'Assistenza ai profughi Giuliani e Dalmati" .
 
 I centri di formazione nelle cinque società concessionarie

Nel corso degli anni Cinquanta e Sessanta le società concessionarie si dotarono di nuovi spazi destinati alla formazione del personale. Furono pertanto costruiti nuovi centri di addestramento, con aule, laboratori, sale conferenze, e in grado di ospitare un numero elevato di allievi.
Già a partire dalla metà degli anni Cinquanta, la Stipel destinò un nuovo stabile sociale, situato in via Cavalli a Torino, alla scuola permanente per gli operai addetti alle linee e reti. La scuola occupava i piani terzo e quarto e disponeva di due aule per le lezioni teoriche, di 60 e 30 posti, di due grandi laboratori, destinati rispettivamente agli allievi guardafili e giuntisti e agli allievi riparatori ed operatori al tavolo prove, oltre che gli uffici per gli istruttori e per la direzione dei corsi. Nel 1955 era inoltre cominciata la costruzione di un'altra ala dello stabile riservata ai corsi per il personale delle centrali, degli impianti interni speciali e di altri servizi tecnici.
Il Centro addestramento della Set fu inaugurato nell'ottobre del 1960 e aveva sede in via Stadera a Poggioreale (Napoli). L'edificio disponeva di un'area coperta di 1.607 mq e poteva ospitare fino a quattro corsi contemporaneamente, per un totale di 140 allievi. I locali erano suddivisi in aule teoriche, aule pratiche e laboratori per le diverse specializzazioni. Al suo interno si trovava un salone per le conferenze, la biblioteca, l'archivio, l'infermeria e diversi uffici. Nel corso degli anni l'edificio fu ampliato e nel 1955 l'area utile era passata a 2.150 mq, mentre la capienza massima dell'edificio era salita a 192 allievi. Tra il 1960 e il primo semestre del 1965 i corsi di istruzione destinati ai nuovi assunti riguardarono 1.558 candidati, provenienti dalla quinta zona e cioè il Sud d’Italia. Ai corsisti venivano corrisposte borse di studio commisurate al livello dei corsi e alle località di provenienza. Nello stesso arco di tempo furono inoltre svolti corsi di riqualificazione e di aggiornamento.
Il Centro addestramento professionale di Roma (Teti) entrò in funzione nei primi anni Sessanta. Era ospitato in un edificio situato tra le vie Bono Cairoli e Costantino, non lontano dall'Eur. Il complesso aveva una capienza di 400 allievi e una superficie complessiva di 3.375 mq, comprendeva tra l'altro sette aule, un'ampia biblioteca e un'aula magna con 150 posti. La maggior parte dei laboratori era stata poi dislocata in via Macinghi Strozzi, poco distante dall'edificio principale del Centro, nei piani edificati sopra la centrale telefonica Ostiense.
La Scuola Aziendale della Telve era a Mestre.
 
 I centri di formazione Sip

Già dagli anni immediatamente successivi alla sua nascita, la Sip destinò nuovi spazi alla formazione. Due le iniziative maggiormente pubblicizzate: il nuovo Centro di istruzione professionale della prima zona e la nuova sede della Scuola aziendale di Bologna.
Il Centro di istruzione professionale Sip della prima zona entrò in funzione nel 1966 a Torino in via Tripoli 94 (nello stesso stabile ha oggi sede l'Archivio storico Telecom Italia). Una volta completato, il centro disponeva di una superficie di circa 3.000 mq, di cui 1.700 mq utilizzati per i laboratori e 600 mq destinati alle aule. La caratteristica fondamentale del Centro era quella di poter contenere, seppure in scala ridotta, tutti i tipi di impianti in uso in una moderna società telefonica, ma indipendenti dall’esercizio effettivo: dalla centrale alla rete urbana, ai ponti radio, ai circuiti interurbani e alle palificazioni delle linee aeree. Ogni laboratorio era equipaggiato di tutte quelle strumentazioni necessarie a una formazione completa e aggiornata. Il Laboratorio centrali, ad esempio, era dotato, oltre che di apparecchiature di base per i cosiddetti “esercizi di revisione dei selettori”, di una centrale didattica che permetteva la realizzazione della “catena” urbana e teleselettiva, in grado di dare una visione complessiva del funzionamento di tutti gli organi impegnati nel corso di una conversazione e nel contempo di permettere agli allievi di intervenire direttamente sui meccanismi per riconoscere e riparare i guasti. Il Laboratorio trasmissione, invece, era composto da 2 centrali per i collegamenti interurbani che permettevano di illustrare agli allievi le varie tecniche di trasmissione telefonica in uso; inoltre era dotato di svariate apparecchiature didattiche che consentivano la costruzione di circuiti telefonici ed elettronici utilizzati nella tecnica di trasmissione. Oltre a questi, erano già funzionanti il Laboratorio impianti interni speciali, il Laboratorio riparatori di rete, il Laboratorio guardafili per le linee aeree e i locali destinati ai servizi di commutazione.
La nuova sede permetteva di ospitare 480 allievi contemporaneamente, suddivisi in 12 corsi di specializzazione, con lezioni sia teoriche sia pratiche. Erano previsti corsi di pre-assunzione per operai e personale di commutazione, per tecnici di centrale, di trasmissione, di impianti interni speciali, di rete, e per impiegati commerciali. Inoltre, il Centro prevedeva continui corsi di aggiornamento e riqualificazione per personale operaio e impiegatizio già in servizio. Circa 100 docenti, selezionati tra il personale Sip, si alternavano nei vari corsi. Le esercitazioni di montaggio della cosiddetta “scala all’italiana” per gli operai di rete avvenivano invece sotto la guida di personale dei Vigili del Fuoco.
La nuova sede della Scuola aziendale di Bologna sorse in via Corticella, al secondo piano dello stabile occupato dal magazzino centrale della seconda zona. Nel corso del 1967, quando la scuola si era trasferita nel nuovo stabile da poco più di un anno, furono ospitati al suo interno fino a quattro corsi contemporaneamente con circa 200 allievi. Le lezioni erano tenute dal responsabile della scuola e dai suoi collaboratori, oltre che da ingegneri e tecnici provenienti dalla Direzione di zona.
 
 I corsi di aggiornamento negli anni Settanta e Ottanta

Nel corso degli anni Settanta e Ottanta l’attenzione della Sip si spostò gradualmente dalla formazione del personale di nuova assunzione all’aggiornamento professionale del personale già attivo presso l’azienda. Se nel 1973 i corsi destinati ai neoassunti videro la partecipazione di 5.100 allievi e i corsi di aggiornamento di 3.827 dipendenti, otto anni dopo, nel 1981, i corsi di qualificazione e riqualificazione destinati ai neoassunti riguardarono solo 415 impiegati e 909 operai. Nello stesso anno i corsi di aggiornamento per il personale dipendente coinvolsero più di 12.000 impiegati e 4.000 lavoratori manuali, circa il 21% dei dipendenti complessivi.
Il forte sviluppo dell’attività di aggiornamento professionale, che si concretizzava anche in momenti di “aggiornamento sul lavoro” non istituzionalizzati in corsi, fu legata all’introduzione delle nuove tecnologie che necessitavano di adeguate competenze tecniche.
Erano allora attivi sei centri di istruzione professionale. L'attività didattica per l'area rete era svolta nei centri di Torino, Bologna e Napoli, mentre quella per l'area mercato in quelli di Milano, Venezia-Mestre e Roma.
I sei centri facevano parte della Direzione generale della società e, più specificatamente, di un’apposita funzione della struttura PO/FA («Personale organizzazione/Formazione addestramento»), denominata «Istruzione professionale».
A partire dal 1983 iniziò, presso i diversi Centri di istruzione professionale, la sperimentazione dei personal computer a fini didattici.

L’articolo illustra, utilizzando anche grafici e tabelle, l’andamento dell’istruzione...
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