Il Gruppo Stet, nato nel lontano 1933 come società finanziaria delle aziende telefoniche dell’Iri, negli anni Ottanta era diventato uno dei principali gruppi industriali italiani. Superata la grave crisi del decennio precedente, si era trovato a operare nel settore più direttamente coinvolto dalla rivoluzione informatica e telematica, che stava cambiando il mondo, ma di cui la più ampia opinione pubblica non aveva ancora chiara percezione.
Telecomunicazioni, elettronica e telematica
Intorno alla metà degli anni Ottanta erano più di trenta le aziende partecipate e controllate direttamente dal Gruppo Stet, le cui attività ricoprivano un ampio raggio d’azione: dai servizi delle telecomunicazioni (nazionali, internazionali e via satellite) alla ricerca scientifica, dalla produzione e installazione di impianti, di sistemi elettronici civili e per la difesa all’editoria e al settore della telematica. Tra le più importanti società del Gruppo si possono ricordare Sip, Italcable, Telespazio, Cselt, Seat, Sirti, Italtel, Siemens-Data, Selenia, Elsag e Sgs-Ates.
Risale a quegli anni, e più esattamente al 1984, la campagna pubblicitaria “Stet è Telecomunicazioni, Elettronica, Telematica” con la quale il Gruppo si propose di far conoscere al grande pubblico il ruolo da protagonista che le sue aziende stavano allora svolgendo, in un processo di profondo rinnovamento che riguardava l’intero sistema economico-industriale e non solo.
Dai bilanci aziendali
Secondo quanto riportato sui bilanci annuali di quegli anni, il personale complessivo del Gruppo toccò l’apice nel 1984, quando si arrivò ai 136.000 dipendenti, mentre il fatturato raddoppiò tra il 1982 e il 1986 passando da 7.616 a 14.413 miliardi. Di questi 11.242 mld riguardavano il volume di affari delle società concessionarie dei servizi pubblici di telecomunicazione; 3.811 mld appartenevano alle aziende manifatturiere e di impiantistica, di cui più del 27% conseguito con attività presenti all’estero; 860 mld erano invece imputabili al settore editoriale e telematico.
Sempre nel 1986 le risorse destinate alle attività di ricerca e sviluppo raggiungevano i 600 miliardi, con un personale attivo, solo in questo comparto, di 6.170 unità.
Dal bilancio del 1986 si apprende, inoltre, che sul totale delle nuove assunzioni di quell’anno l’86% era laureato o diplomato.
Dalla Stet a Telecom Italia
Dieci anni dopo, nel 1994, in seguito all'approvazione da parte del Ministero delle Poste e delle Telecomunicazioni del piano di riassetto delle telecomunicazioni stabilito dall'Iri, quattro società del Gruppo Iri-Stet (Italcable, Telespazio, Sirm e Iritel) furono fuse per incorporazione nella Sip, che da quella data prese il nome di Telecom Italia S.p.A, mentre la Stet continuò a rimanere operativa fino al 1997, quando Telecom Italia venne fusa in Stet dando vita alla nuova Telecom Italia S.p.A. Delle tante aziende del Gruppo Stet alcune sono confluite nel Gruppo Telecom o in altri assetti proprietari, altre sono diventate aziende autonome, altre ancora sono state dismesse.