Le meraviglie della nuova invenzione
In un passo di Maia, laude la cui stesura è ultimata il 18 aprile 1903, Gabriele D’Annunzio, rivolgendosi ad Ermes, l’alato dio greco della comunicazione, celebra le meraviglie della telefonia: la voce sonora che percorre gli spazi, attraversa gli abissi, congiunge popoli lontani. L’immagine mitologica evocata dal poeta è anche presente nell’iconografia del tempo a proposito delle telecomunicazioni.