Nel luglio del 1925 vennero approvate le concessioni per l’esercizio del servizio telefonico alle cinque società concessionarie private. Le concessioni erano così distribuite:
1a zona: Piemonte e Lombardia - Stipel
2a zona: Tre Venezie, Friuli, Zara - Telve
3a zona: Emilia, Marche, Umbria, Abruzzo, Molise - Timo
4a zona: Liguria, Toscana, Lazio, Sardegna - Teti
5a zona: Italia meridionale e Sicilia - Set
Le società avevano l’obbligo di assorbire le concessionarie preesistenti. Inoltre venne comandato ai dipendenti telefonici dell’Amministrazione delle Poste e dei Telegrafi di prestare il loro servizio per un anno all’interno delle cinque società concessionarie; alla scadenza dell’anno le società erano tenute a definire la consistenza numerica del loro personale, privilegiando l’assunzione degli ex dipendenti pubblici.
La “sesta zona” fu assegnata all’Asst (Azienda di Stato per i servizi telefonici), che aveva il compito di gestire le principali linee interurbane, di costruire ed esercire le telecomunicazioni interurbane e internazionali, nonché di controllare e vigilare sull’attività delle società telefoniche concessionarie.
Stipel - Società telefonica interregionale piemontese e lombarda
Il 10 giugno del 1924 fu costituita a Torino la Step - Società telefonica piemontese, fondata da un gruppo di imprenditori che impegnò un capitale di 50.000 lire.
Nel 1925, mutata la sua ragione sociale in Stipel - Società telefonica interregionale piemontese e lombarda, si aggiudicò la concessione telefonica nella prima zona.
La società, che stabilì la sua sede a Torino in via Confienza nel “palazzo dei telefoni”, faceva capo al potente gruppo elettrico Sip, sostenuto dalla Banca commerciale italiana e guidato dall’ingegnere Gian Giacomo Ponti.
Gli impianti ceduti dallo Stato comprendevano circa 100.000 km di reti urbane con 43.037 abbonati, 720 uffici e 8.745 Km di circuiti interurbani. Per la fornitura di nuovi impianti furono stabiliti accordi fra la Stipel e la società Siemens di Milano.
Sin da subito Stipel avviò un intenso programma di investimenti infrastrutturali per lo sviluppo della rete piemontese e lombarda e intraprese la costruzione di numerose nuove centrali telefoniche in diverse città di entrambe le regioni. Tra le iniziative, la più ambiziosa fu la costruzione del più lungo cavo telefonico sotterraneo allora esistente in Italia, il Torino-Milano-Laghi, più noto come Cavo Ponti. Il Cavo Ponti, lungo 700 km, era formato da tre linee principali a partire dal nodo di Milano: la prima, seguendo la linea dell'autostrada Milano-Laghi, si congiungeva alla rete svizzera; la seconda raggiungeva Torino attraverso Novara e Vercelli con diramazioni per Alessandria, Casale e Biella; la terza verso Brescia e il lago di Garda, con diramazioni per Bergamo, Cremona e Piacenza. L’opera fu terminata nel 1929.
A partire dal 1926 la Sip elettrica affidò la guida della società telefonica direttamente a Gian Giacomo Ponti nominandolo direttore generale.
In breve tempo la società raggiunse traguardi importanti, sia per quanto riguarda l’incremento del numero di abbonati, che nel 1932 avevano raggiunto la cifra di 123.028, sia per quanto riguarda lo sviluppo delle reti telefoniche, che lo stesso anno raggiunsero un’estensione pari a circa 300.000 km per quelle urbane e 65.000 km per quelle interurbane.
Telve - Società telefonica delle Venezie
Costituita nel 1923 a Venezia con il nome di Società anonima telefonica veneta da industriali di diverse società telefoniche, nel 1924 cambiò ragione sociale in Telve - Società telefonica delle Venezie.
Nel 1925 la Telve divenne la società concessionaria della seconda zona, che comprendeva il territorio del Veneto, del Friuli-Venezia Giulia, del Trentino Alto Adige, e di Fiume e Zara. Le difficoltà finanziarie dei primi tre anni di attività sono all’origine del lento sviluppo della società: nel 1928 il numero di abbonati era salito soltanto a quota 22.270 da 18.056 del 1925. In quello stesso anno entrò sotto il controllo della Sip - Società idroelettrica Piemonte guidata da Gian Giacomo Ponti, che nel 1930 assunse la vice-presidenza della Telve e ne promosse la riorganizzazione strutturale sul modello della prima zona.
Timo - Società telefoni Italia medio orientale
Fondata nel 1923 a Bologna su impulso della Cassa di Risparmio di Rimini e della Società adriatica telefoni, dal 1925 la Timo esercitò la propria attività come concessionaria della terza zona nelle regioni Emilia, Marche, Umbria (tranne il circondario di Orvieto), Abruzzo e Molise. Per far fronte agli impegni presi con il governo, nel 1926 dovette entrare sotto il controllo della Sip - Società idroelettrica Piemonte attraverso la cessione del suo intero pacchetto azionario. Il tentativo di omogeneizzazione della concessionaria minore al modello della Stipel procedette dunque di pari passo con quello della Telve: dal 1925 al 1928 la società passò da 11.126 abbonati a 16.235.
Teti - Società telefonica tirrena
Fondata dai gruppi industriali Orlando e Pirelli nel 1924 per ottenere la concessione del servizio telefonico, la Teti vinse in quello stesso anno la gara, aggiudicandosi la quarta zona che comprendeva le regioni Liguria, Toscana, Lazio, Sardegna e il circondario di Orvieto.
Nei primi otto anni di attività la Teti registrò dei progressi eccezionali dal punto di vista tecnico. Gli abbonati passarono da 37 mila nel 1925 a oltre 108.464 nel 1933.
Set - Società esercizi telefonici
Costituita nell’ottobre del 1924 da un gruppo di imprenditori biellesi e dai rappresentanti in Italia della società svedese Ericsson, nel 1925 la Set, dopo un aspro confronto con la Società telefonica delle Puglie sostenuta dalla Western Electric, si aggiudicò la concessione per la quinta zona, che comprendeva Campania, Basilicata, Puglia, Calabria e Sicilia.
A partire dal 1927 la Set passò sotto il controllo di una holding finanziaria, la Compagnia finanziaria meridionale che nel 1930 divenne Setemer (Società elettrotelefonica meridionale), di cui facevano parte la Ericsson, la Pirelli, il Credito italiano e un gruppo di industriali lanieri di Biella. Dal 1925 al 1930 la società vide crescere il numero di abbonati da 17.739 a 37.654.
Gli investimenti in infrastrutture
Nei primi anni di attività, sia pure in misura diversa, tutte le concessionarie, come d'altra parte anche l'Asst, si distinsero per la mole e l'importanza degli investimenti in infrastrutture e per lo sforzo organizzativo teso alla razionalizzazione del lavoro e dei servizi.
Le società si impegnarono in particolare nella costruzione di nuove centrali automatiche, ossia di centrali in cui l’operazione di commutazione non era più svolta dalle telefoniste ma da apposite apparecchiature. Questa tecnica fu introdotta in Italia negli anni Dieci ma si diffuse capillarmente solo nel decennio successivo. Nel 1925 i numeri di centrale urbana automatica rappresentavano un quarto del totale dei numeri di centrale, tenendo conto che l’automatizzazione era in stato avanzato nelle società Stipel e Teti, con rispettivamente il 48% e il 34% di numeri gestiti in modo automatico. Molto più arretrata era la situazione all’interno della Set, con il 9% circa, mentre l’automatizzazione non era stata ancora avviata nelle zone gestite dalla Telve e dalla Timo, dove i numeri gestiti in modo automatico rappresentavano meno dell’1% del totale dei numeri.
Nel 1932, pochi anni dopo la nascita delle società concessionarie, l’automatizzazione riguardava più del 90% dei numeri di centrale nella Teti, più dell’80% nella Stipel e nella Set, intorno al 50% nella Timo e nella Telve.
La Stipel costruì nuove centrali a Torino, Milano, Monza, Cuneo, Biella, Tortona, Novara, Varese, Como, Arona, Brescia, Mantova e Cremona. La Telve, che aveva rilevato dallo Stato la nuova centrale di San Salvador, ricostruì alcuni impianti del circondario di Venezia e rinnovò gli impianti di Trieste. La Timo si impegnò soprattutto nella nuova centrale di Bologna; furono installati nuovi centralini automatici a Forlì, Rimini, Reggio Emilia, Faenza e in altri centri minori. La Teti fu particolarmente attiva nella capitale, a Genova e in altri centri della Liguria, a Firenze, a Livorno. La Set operò per il rinnovo delle centrali a Napoli, Palermo, Messina e Catania.
Tra il 1925 e il 1932 tutte le società concessionarie registrarono un notevole sviluppo di strutture e impianti. Lo sviluppo della rete urbana registrò tassi di incremento annuo superiori al 10% con punte molto più elevate, come l’incremento del 79% registrato nella Teti tra il 1925 e il 1926 e quello del 75% nella Set tra il 1927 e il 1928. Tassi di crescita simili si registrarono anche per la rete extraurbana, il cui sviluppo fu reso possibile dagli investimenti dell’Asst per l’ampliamento della rete interurbana in cavo.