I precedenti
I primi tentativi di realizzare una macchina che, attraverso l'utilizzo di una rete di telecomunicazione, riproducesse "facsimili" di scrittura risalgono alla metà dell' '800: nel 1843 lo scozzese Alexander Bain brevettò il "Recording Telegraph", uno strumento in grado di inviare immagini su linee telegrafiche, mentre nel 1856 fu presentato, riscuotendo un certo successo, il "pantelegrafo" dell'abate Giovanni Caselli. Il pantelegrafo era un grande telaio di ghisa composto da due montanti fra i quali oscillava un pendolo della lunghezza di due metri. Per potere funzionare l'apparecchio aveva bisogno di un gemello il cui pendolo doveva muoversi in perfetta sincronia con l'altro.
Il messaggio, scritto su un foglio di stagno, veniva letto da uno stiletto di platino (conduttore) mosso dal pendolo e quindi tradotto in segnali e trasmesso ai circuiti del telegrafo elettrico. Catturati dall'altro pantelegrafo i segnali venivano poi riportati dallo stiletto ricevente su un foglio chimico. Il sistema venne utilizzato nel 1866 tra Parigi e Lione ma fu presto eliminato, a causa degli eccessivi costi. Più difficile trovare tracce del tipo-telegrafico ideato e brevettato dall'italiano Bonelli nel 1867. L'idea della possibilità di trasmissione di dati scritti ricomparve agli inizi del '900 con il belinographe di Edouard Belin. Per quanto riguarda un altro inventore italiano, la rivista «Sincronizzando... », nel numero di dicembre del 1923, diede dettagliate informazioni sull'uso, durante il primo conflitto mondiale, da parte del ministero della Guerra, del teletipo Giara, inventato da Roberto Giara, un ingegnere italiano trapiantato in America. Doveva trattarsi di una macchina simile a una telescrivente, perchè prevedeva la possibilità del collegamento di macchine da scrivere attraverso una rete di cavi dedicati, con funzioni simili a quelle di un fax, giacché consentiva, con opportuni adattamenti, anche la trasmissione di immagini e fotografie. La storia del fax, per come oggi lo conosciamo, ha invece inizio nel 1966, quando la Xerox presentò il primo fax commerciale; ma solo nella seconda metà degli anni Ottanta, a partire dal Giappone, dominatore allora del mercato dell'elettronica per prodotti di massa fabbricati da aziende come Sharp, Canon, Toshiba ecc., si ebbe una diffusione significativa a livello mondiale.
Il fax
In Italia il fax venne presentato per la prima volta alla stampa nel 1974 nel corso della mostra della Stampa e dell'Informazione di Roma, ma anche nel nostro Paese solo negli anni Ottanta il mercato del nuovo mezzo ebbe una qualche rilevanza. Secondo le statistiche aziendali i fax erano 25.000 nel 1986, 104.000 nel 1987 e poi, in rapidissima progressione, 268.000 nel 1988, 480.000 l'anno successivo, fino a superare il milione nel 1992.
Nel 1993 furono installati fax, in via sperimentale, nei principali aeroporti e in varie tabaccherie. Quest’ultima iniziativa, frutto di una convenzione fra la Federazione dei tabaccai, la Fit, e le aziende del Gruppo Iri/Stet, Sip e Italcable, intendeva offrire un servizio facile e a portata di mano anche a quei cittadini che mai avrebbero acquistato un fax da installare in casa. 800 erano stati i tabaccai che avevano inizialmente aderito all’iniziativa, 2.000 i fax trasmessi nel mese di gennaio, 13.500 nel mese di giugno. Nel 1997, secondo dati Istat, erano 2,9% le famiglie in possesso di fax; nel 2001 erano 5,3%. Nel 2002, nel presentare la tradizionale indagine congiunturale, Federmeccanica sottolineava che nei primi tre mesi di quell’anno le macchine per ufficio, fax e fotocopiatrici, avevano fatto registrare un calo del 27,3% rispetto all'anno precedente, un dato di oltre tre volte più pesante di quello complessivo del settore. Contemporaneamente le rilevazioni sui beni durevoli nelle case degli italiani, riportati dall'Istat, confermavano lo straordinario successo del personal computer e di Internet, la cui diffusione aveva a quel punto superato largamente quella del fax che nel 2001 era presente solo nel 5,3% delle famiglie italiane.
La rivoluzione del fax: economicità e telelavoro
Anche se la presentazione da parte della Xerox del primo fax commerciale, e cioè una macchina in grado di mandare facsimili di un documento cartaceo tramite una linea telefonica, risale al 1966 i fax cominciarono a diffondersi, con grande rapidità, solo nella seconda metà degli anni Ottanta, a partire dal Giappone, allora dominatore del mercato dell’elettronica per prodotti di massa fabbricati da aziende come Sharp, Canon,Toshiba, ecc. Nel maggio 1988 il “New York Times” dedicò un lungo ed entusiastico articolo in prima pagina all’inarrestabile avanzata della nuova macchinetta. Negli Usa, dove si era passati dai 187.000 apparecchi venduti nel 1986 ai 417.000 nel 1987, le previsioni erano di 700.000 nuove vendite per l’anno allora in corso. Del fax si elencavano le molte convenienze, soprattutto per gli uomini d’affari: i tempi di spedizione erano imbattibili, giacché in venti secondi era possibile inviare una lettera di una pagina in qualunque angolo del mondo, purché provvisto di un apparecchio collegato alla rete telefonica; i costi di trasmissione erano poi ridicoli: era molto più economico e sicuro inviare un fax scripta manent che fare una telefonata interurbana o internazionale. La spedizione era anche ben più economica e più veloce rispetto ai corrieri postali: ''faxare'' dieci pagine da New York a Los Angeles costava circa 1,25 dollari contro i 14 di posta rapida. Ma la “rivoluzione” secondo il “New York Times” non era solo economica: i più prestigiosi studi legali avevano incominciato a installare il fax anche nelle case dei loro avvocati, a cui inviavano anche di sera o durante il week-end i documenti ritenuti urgenti. Tra i primi acquirenti del fax vi erano disegnatori, industriali e artisti, che potevano sottoporre progetti e disegni ai loro clienti senza uscire di casa. Anche se ci sarebbero voluti ancora molti anni - concludeva il giornale - prima che le macchinette potessero diventare così popolari da essere usate dagli innamorati per le lettere d' amore e dagli scolari per passarsi informazioni sui compiti a casa, quell’aggeggio già si ergeva, senza incertezze, a presidio delle nuove frontiere del telelavoro: nell' anno duemila - così si prevedeva - un terzo degli americani avrebbe lavorato ''full o part time'' da casa grazie a esso.
"Il popolo del fax"
Pur non essendo mai divenuto un mezzo veramente di massa nonostante costanti incrementi di diffusione, in varie circostanze nel corso degli anni Novanta sulle pagine dei giornali si è fatto riferimento al cosidetto "popolo del fax". Le prime notizie sull'uso del fax come strumento di comunicazione e mobilitazione si registrarono nel gennaio del 1990, in concomitanza con le agitazioni del movimento degli studenti universitari denominato "pantera". Il 18 maggio 1992, in occasione del settantesimo compleanno del papa, migliaia di messaggi di auguri non tradizionali travolsero, come scrivevano le cronache dell’epoca, la Segreteria di Stato e tutti i dicasteri vaticani, intasando linee telefoniche e fax. Fu quello un altro degli eventi caratterizzati dall’uso “popolare” del fax, concepito come strumento “individuale”, “diretto”, “immediato” e “creativo” al tempo stesso. In varie circostanze, negli anni successivi, una parte dell'opinione pubblica scelse la comunicazione tramite fax per dare maggiore visibilità a forme di protesta o di solidarietà, come in occasione del sostegno ai magistrati di “Mani pulite”, nell’ottobre 1994.
Per il fax lo stesso destino della carrozza a cavalli?
Il 20 maggio 2002, nel presentare la sua tradizionale indagine congiunturale, Federmeccanica aveva sottolineato che nei primi tre mesi del 2002 le macchine per ufficio, fax e fotocopiatrici, avevano fatto registrare un calo del 27,3% rispetto all’anno precedente, un dato di oltre tre volte più pesante di quello complessivo del settore. Secondo il sociologo Domenico De Masi, chiamato a commentare il dato, il boom di Internet e l'utilizzo dell'e-mail faranno fare a fax e fotocopiatrici la stessa fine che subirono le carrozze a cavalli all'avvento delle macchine e degli aerei: “chiuse in un magazzino in attesa di essere rottamate. Da una parte il mercato è saturo - spiegava De Masi -, quasi tutti hanno già questi apparecchi e dall'altro Internet ha trasformato completamente la comunicazione. Io ricevevo 10-15 fax al giorno, ora ne ricevo circa uno ogni due-tre giorni ma mi arrivano 40 e-mail''. Se è indubbio il successo del pc e di Internet come spiegazione del successo del declino del fax, appare invece impropria l’idea di una saturazione del mercato, se è vero che nel 2001 solo il 5,3% delle famiglie possedeva quel mezzo. Il “popolo del fax”, così visibile e attivo, dal punto di vista quantitativo non fu mai di “massa”, anche se è stato significativamente rappresentativo del mondo delle imprese, delle professioni e degli uffici.