I giornali italiani in rete sono oggi innumerevoli. E’ difficile, infatti, trovare un periodico presente in edicola che non abbia un corrispondente spazio sul web, ma ancora più frequente è il caso di testate giornalistiche nate nella rete senza alcun corrispettivo cartaceo.
Le novità sono innumerevoli e significative e non consistono solo nel fatto che si possa leggere sullo schermo ciò che un tempo veniva diffuso tramite stampa (con conseguenti rivoluzioni rispetto alle forme di finanziamento delle testate) o che, oltre ai testi scritti e alle immagini fisse, si possa avere accesso a contenuti audiovisivi e multimediali in genere.
Alcune novità rispetto alla carta stampata
E’ una novità dell’on line, per esempio, il fatto che le pagine siano (o possano essere) costantemente aggiornate, senza che ciò implichi l’accadimento di fatti eccezionali come obbligatorio negli aggiornamenti a stampa delle “edizioni speciali”.
Nella seconda metà del Novecento l’informazione televisiva, proprio per la possibilità dei ripetuti aggiornamenti nelle varie edizioni dei telegiornali, aveva finito per determinare, almeno per alcuni aspetti, la subalternità dei quotidiani a stampa (e la fine dei quotidiani della sera); quel vantaggio, e cioè la possibilità di accedere costantemente alle notizie dell’ultima ora, è ora dell’informazione on line.
Rispetto alla carta stampata e ai quotidiani on line la televisione continua a segnare un punto a suo favore per la capacità di attrarre le platee più vaste e soprattutto più disomogenee, mentre i lettori dei quotidiani e i navigatori in rete, al di là del loro numero, appartengono sempre alla fascia più scolarizzata della popolazione italiana, prevalentemente maschile.
Altra novità di rilievo introdotta dai giornali on line è il ruolo giocato dai lettori: la possibilità, garantita da quasi tutte le testate, di commentare (con pochi filtri o nessuno) ogni singolo articolo o di dibattere ogni questione posta come tema di discussione nei vari forum o anche solo di partecipare istantaneamente ai più svariati sondaggi d’opinione, fa sì che i lettori finiscano per contribuire significativamente alla costruzione del testo “finale”, aperto e modificabile fin quando suscita interesse e interventi. Nulla di paragonabile alle rubriche delle “lettere al direttore” accuratamente selezionate dalle redazioni.
Un’altra novità introdotta dai periodici on line è l’accessibilità, attraverso parole chiave, a notizie pubblicate in tempi passati. La novità in questo caso non riguarda, ovviamente, la possibilità di consultare annate precedenti, quanto la facilità di accesso a quelle “fonti” storiche da parte di tutti, e non solo quindi di studiosi o frequentatori di biblioteche. Inoltre, attraverso il pagamento, si esplicita ancor più la natura dell’informazioni come “merce”, con un concreto valore economico.
Per ultimo, ma certo non per ordine di importanza, ricordiamo come Internet e il digitale, abbiano provocato una vera e propria rivoluzione, ancora in corso, in tutti i mestieri che tradizionalmente presidiavano la produzione dei periodici a stampa: giornalisti, tipografi, grafici. Oltre la tradizione, giovani e meno giovani, blogger solitari e nutriti gruppi di volontari, si impegnano, con esiti assai diversi, nella scrittura quotidiana di informazioni e commenti tanto su eventi che possono riguardare l’angolo più sperduto e isolato del borgo natio, dove si vive e si opera, quanto su eventi internazionali di interesse planetario, con rimandi, attraverso la scelta dei link, a fonti di informazioni innumerevoli, attendibili o del tutto prive di attendibilità.
Un’inondazione di informazione, a cui si aggiunge quella prodotta da televisioni e radio presenti sul web, che il singolo lettore/navigatore deve imparare a discriminare.
I primi esperimenti italiani dei quotidiani on line
In Italia i primi esperimenti di quotidiani in rete furono effettuati intorno alla metà degli anni Novanta. L’ "Unione Sarda", che inaugurò le sua prima edizione on line nel 1994, dichiarava di essere il pioniere dei quotidiani europei su Internet. L’esempio fu seguito nel 1995 da “L’Unità”, che fu così il primo quotidiano nazionale on line. Entrambi i progetti inizialmente consistevano nel trasferimento in rete del giornale cartaceo, con qualche possibilità di interattività (spedire e-mail alla redazione o ad alcune rubriche, ecc.). Più interessanti innovazioni furono introdotte in quello stesso anno da “Il Sole 24 ore”, che offriva ai navigatori-lettori un giornale più ricco e diverso da quello cartaceo, con aggiornamenti, supplementi, speciali e con un costante monitoraggio delle quotazioni in borsa. Nel 1996 iniziò a essere presente in rete “Repubblica.it”, mentre in America sbarcò su Internet anche il “New York Times”, che andava ad aggiungersi agli oltre 80 quotidiani statunitensi già presenti sulla rete informatica globale. Il servizio era sempre gratuito per il pubblico americano, mentre ai lettori stranieri erano offerti 30 giorni di prova, dopo i quali avrebbero dovuto pagare una quota mensile. Nel 1997 erano 11 i quotidiani italiani che proponevano nei loro siti tutti gli articoli dell'edizione su carta; nel 1999 il numero era triplicato, giungendo a 33; nel 2002 erano già 103.
Quale destino per la stampa e la tv
Il destino della carta stampata, basato sulla distribuzione di oggetti fisici (i giornali), è segnato dalla predominanza dell’informazione on line che renderà obsoleta quel tipo di industria?
Per molti non si tratta di un dubbio ma di una certezza, comprovata dalla crisi economica e dalla definitiva chiusura, negli Stati Uniti come altrove, di gloriose testate storiche, per altri la sopravvivenza non marginale dipenderà dalla capacità di integrazione fra vecchie e nuove tecnologie e di innovazione dei prodotti.
Intanto assistiamo (almeno in parte) alla concreta realizzazione di quello che negli anni Ottanta sembrava una bizzarra visione del guru del Mit di Boston, Nicholas Negroponte, il quale aveva immaginato, grazie alla raccolta di informazioni attraverso un sistema esperto. L’avvento del “giornale personalizzato”, con un unico ma fedele lettore. Non c’è dubbio infatti che oggi i più avanzati motori di ricerca permettono proprio questo: una selezione mirata di informazioni di sicuro interesse personale, attraverso l’immissione di parole chiave a partire da innumerevoli fonti.
Quale destino per la tv?
Internet e tv sono stati presentati come mezzi in concorrenza, quasi il mezzo più nuovo fosse destinato a soppiantare quello più vecchio, anche se ancora potentissimo. Nei fatti l’integrazione dei due mezzi è per molti aspetti una pratica ormai ordinaria e nuovi prodotti immessi sul mercato, come per esempio Cubo vision di Telecom Italia, sono proposti per rendere quella integrazione ancora più semplice.
Gli scenari futuri sono, però, come sempre, incerti. E’ certo, invece, che in passato la presenza di un nuovo media non ha affatto implicato la scomparsa di quello precedente, che spesso più che andare in disuso o indebolirsi si è “riposizionato”, suggerendo nuovi usi, formando nuove abitudini, a volte specializzandosi rispetto a diverse categorie di utenti. Basti pensare alla radio, la cui programmazione regolare cominciò in Italia già negli anni Venti: né l’arrivo della televisione né oggi quello di Internet sembrano minacciare quella che ad alcuni appare come un’eterna giovinezza. Certo la radio non la si ascolta come lo si faceva negli anni Trenta, con la famiglia riunita in salotto, giacché quel posto è stato occupato dalla televisione; altri spazi però sono stati conquistati stabilmente dal più vecchio mezzo. La radio, per esempio, è particolarmente amata dai giovani e molto ascoltata dagli automobilisti. Rispetto a Internet innumerevoli piccole e grandi emittenti hanno trovato on line occasione per entrare in diretto contatto con il loro pubblico ma anche per diffondere la propria programmazione oltre i consueti confini. Non fu indolore invece per le sale cinematografiche il diffondersi della televisione negli anni Sessanta e Settanta. Quella crisi oggi è superata: fra televisione e cinema c’è una solida alleanza sul piano produttivo e il cinema continua ad avere un posto non marginale nell’industria culturale nazionale e internazionale. E’ imparagonabile comunque il numero di sale cinematografiche attive in Italia negli anni Cinquanta rispetto agli attuali esercizi: allora se ne contavano più di sedicimila, oggi se ne contano meno di quattromila.
Cubo Vision di Telecom Italia
Presentato nel dicembre del 2009, il Cubo Vision di Telecom Italia è un dispositivo per accedere ai canali del digitale terrestre, al meglio della televisione interattiva del Web e al video on demand in pay per view anche in alta definizione. Con CuboVision® è inoltre possibile organizzare i propri contenuti personali come foto, video e musica, e usufruire di servizi informativi meteo, news e finanza.
Grazie al nuovo dispositivo, il tradizionale televisore di casa si trasforma in un centro multimediale on-line, in grado di offrire una pluralità di servizi e contenuti digitali utilizzando un solo telecomando. CuboVision®, infatti, collegato all’antenna TV e a una qualsiasi linea Adsl, porta sul piccolo schermo tutta la TV digitale terrestre in chiaro, ma anche i servizi informativi di Internet e le Web TV (come YouTube, LA7.tv, ecc), oltre a una videoteca di titoli on demand sempre disponibili, lanciando così un nuovo concetto di televisione interattiva: sempre aggiornata, sempre nuova e in alta definizione.
Un hard disk da 500 GByte consente di memorizzare tutti i file multimediali del telefonino, del Pc, della fotocamera digitale e del lettore MP3. In questo modo si potrà “sfogliare”, direttamente sulla TV, il proprio album digitale e rivederlo anche in alta definizione.
In un prossimo futuro CuboVision® renderà la casa un network multifunzionale per gestire anche applicazioni domotiche, sensori, pagamenti on line e molti altri servizi.
Come si legge nel comunicato stampa diramato da Telecom Italia in occasione della presentazione del nuovo prodotto “E’ una nuova proposta per ora dedicata ai forti utilizzatori di Internet. Vogliamo coinvolgerli in una nuova esperienza, un nuovo paradigma di fruizione dei contenuti informativi e di intrattenimento convogliando sul televisore l’offerta prodotta dal web, dai broadcaster e dagli spettatori stessi, ora più che mai creatori del proprio palinsesto. Con CuboVision - aggiunge Bernabè -, e dopo il lancio di LA7.tv che permette di guardare le trasmissioni dell’emittente dal proprio Pp, prosegue così un percorso di ricerca di Telecom Italia volto a individuare modalità innovative di fruizione dei contenuti”.