Telefono e volontariato: nasce “Telefono amico”

Il primo numero telefonico in Italia attivato dal mondo del volontariato fu quello di “Telefono Amico”, esperienza che ebbe le sue origini e le sue prime sperimentazioni nella città di Milano a partire dal 1964, l’anno successivo a Torino, e che si diffuse in tutto il Paese. Nei decenni successivi e ancora oggi, il binomio telefono-volontariato è oramai una realtà consolidata, basti pensare ai noti “Telefono rosa” e “Telefono azzurro”, rivolti a donne e bambini in difficoltà.


 
Nasce Telefono Amico

Chiamando nella città di Milano il 6882155 una “voce amica” era pronta, 24 ore su 24, a rispondere.  Il servizio, attivato il 17 gennaio 1964, fu promosso per la prima volta in Italia dall’associazione di giovani volontari “Mondo X”, emanazione dell’Angelicum dei Frati Minori, movimento guidato dai padri Eligio Gelmini, Bruno Ducoli e Cesare Azzimonti.
Un articolo pubblicato sulla stampa aziendale («Selezionando. Notiziario Stipel, Telve, Timo», n. 2, 1964) dedicò un ampio spazio all’inaugurazione di questo nuovo servizio.
Lo scopo di “Telefono Amico” era quello di offrire la possibilità a chiunque di poter colloquiare telefonicamente con qualcuno disponibile ad ascoltare e a sostenere, anche con l’intervento di specialisti, persone con problemi di solitudine, malattia, depressione.
Il suo funzionamento era garantito da decine di giovani volontari (studenti, impiegati e laureati) che, organizzati in gruppi di lavoro, operavano su turni di sei ore con un centralino di 5 linee. La “centrale”, ubicata nelle vicinanze della Stazione di Milano, era un appartamento trasformato in un ufficio di lavoro. Sulle pareti, una grande mappa della città e un tabellone con i numeri di pronta emergenza erano gli strumenti più immediati per fronteggiare i casi più gravi.
L’attività dei giovani era coadiuvata da molti professionisti di vari settori: medici, psichiatri, giuristi, assistenti sociali, ecc.
A tre anni dall’attivazione le prime statistiche sul servizio furono pubblicate su «Selezionando Sip» (n. 1, 1968). A Milano, tra il 1964 e il 1967, le chiamate ricevute erano state 230.000, il 37% fatte da uomini e il 63% da donne. Tra i problemi maggiori, il 20% riguardava casi di solitudine, il 15% di problemi giovanili, il 10% di sostegno morale e religioso, il 9% di malattie. Stupisce nell’elenco delle tipologie delle richieste d’aiuto, la scarsa presenza di chiamate per problemi matrimoniali, soprattutto se si effettua un confronto con servizi analoghi di altri paesi europei.
 
 Il telefono amico all’estero

Se in Italia si trattava di una novità assoluta, non lo era per molte altre città europee e del mondo, dove già da diverso tempo il “telefono amico” era una realtà consolidata.
A Parigi, ad esempio, il servizio “SOS Amitié” era attivo dal 1960, diretto da Jacques Babut e Jean Casalis, e poteva contare su 5 operatori volontari che assicuravano la continuità nell’arco delle 24 ore; al loro fianco c’era la disponibilità di specialisti, medici, psichiatri, giuristi e religiosi che potevano essere interpellati su appuntamento. Tra i problemi più rilevanti: crisi matrimoniali, solitudine e tentato suicidio. Secondo le stime francesi dei primi anni Sessanta, quotidianamente su venti telefonate la maggior parte era dovuta a problemi nel matrimonio, mentre solo una rigardava il problema del suicidio.
 

In questo articolo pubblicato sul «Sip Notiziario della 1° zona (Stipel)», n. 1, 1968 si fa il...
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