Il telefono negli anni del boom

Nel 1959 il quotidiano londinese “Daily Mail” affermava che “il livello di efficienza e di prosperità del potenziale produttivo dell’Italia costituiva uno dei miracoli economici del continente europeo”. Sulle strade trionfava la Fiat 600, l’utilitaria destinata a inaugurare la motorizzazione di massa; nelle case entravano gli elettrodomestici; una famiglia italiana su cinque possedeva un televisore e milioni di persone potevano seguire in diretta Tv un avvenimento sportivo senza precedenti, le Olimpiadi di Roma del 1960. Erano gli anni del boom economico, fondato sulla crescita della produzione industriale (il cui indice salì del 90% tra il 1958 e il 1962) e delle esportazioni, sull’aumento dell’occupazione e sullo sviluppo dei consumi.  Anche la sempre più rapida diffusione del telefono può essere considerata un indicatore della grande trasformazione della società italiana di quegli anni. In meno di un decennio, dal 1954 al 1963, gli abbonati al telefono passarono da un milione e mezzo (di cui 931.000 privati) a circa quattro milioni, pur mantenendosi significative le differenze fra il Nord e il Sud del Paese.


 
La Filodiffusione

Negli anni della ripresa economica, molti dei servizi ausiliari nati alla fine degli anni Venti subirono un notevole incremento di utenza. Accanto a questi le società telefoniche sperimentarono anche nuovi servizi, come la Filodiffusione.
La Rai in collaborazione con le società telefoniche, istituiva nel 1958, il servizio di Filodiffusione con l'intento di integrare le trasmissioni radiofoniche con un nuovo sistema di diffusione e ricezione esente da disturbi e interferenze, di altissima qualità, e di facile uso.
Il nuovo servizio offriva una larghezza di banda di 15 kHz e la stereofonia in una epoca in cui il segnale radio (allora solo in Modulazione d'Ampiezza - AM) era monofonico e con una larghezza di banda di 4,5 kHz. Il servizio era fruibile solo da utenti che avessero un abbonamento alla telefonia fissa e serviva nel 1958 le sole città di Torino, Milano, Roma e Napoli. La pubblicità dell'epoca (Radiocorriere) recitava testualmente: “La Filodiffusione consiste nel trasmettere dei segnali acustici da un impianto trasmittente a diversi impianti riceventi per mezzo di radio onde convogliate da una rete di fili che esiste ormai in ogni città e che costituisce la rete telefonica urbana [....] occorre un apparecchio ricevente collegato al filtro inserito all'arrivo della linea telefonica e utilizzare un apposito adattatore-rivelatore già provvisto di tasti per la ricezione dei 6 canali della Filodiffusione”.
I costi di abbonamento, all'epoca, erano di 27000 lire per l'installazione e di 15000 lire per l'apparecchio adattatore-rivelatore del segnale. 
Fu un sucesso degli anni Sessanta.

Il successo della filodiffusione ininterrotto fino all’avvento delle cosiddette “radio...
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