Quando le concessionarie telefoniche inaugurarono la loro attività nel 1925, quasi impossibile risultava il confronto fra l’Italia e gli Usa: se nel nostro Paese si contavano 4 telefoni ogni mille abitanti, oltreoceano si contavano più di 14 telefoni ogni “cento” abitanti. Ma anche in Europa il raffronto con le nazioni leader era imbarazzante. I primi viaggi di studio dei funzionari e dirigenti della Stipel, volti a indagare le caratteristiche delle principali industrie telefoniche estere, furono, oltre che negli Stati Uniti, in Svezia, Danimarca, Germania, Norvegia e Spagna. In particolare i servizi telefonici di Stoccolma ispirarono buona parte dei nuovi servizi supplementari attuati a Milano e Torino già alla fine degli anni Venti.
Le innovazioni non riuscirono però nell’obiettivo di far decollare in Italia l’industria del servizio telefonico. Erano sempre troppo pochi gli abbonati e neanche l’invenzione dell’economico “telefono per famiglia” Duplex riuscì, in quegli anni di generale depressione economica, a far raggiungere lo scopo. Il telefono continuò, infatti, anche nella parte più avanzata del Paese, a essere un bene di cui poteva godere solo una ristretta élite della popolazione.